Abogados;stretta sul titolo di avvocato in Romania

Redazione 27/09/13
Con ogni probabilità è finito il momento aureo della Romania come patria degli avvocati è finito o quanto meno conoscerà sicuramente un ritorno alla realtà; infatti solo gli avvocati che hanno acquisito il titolo dall’unica autorità romena competente, la U.N.B.R. (Uniunea Nationala a Barourilor din Romania), potranno iscriversi nella sezione speciale dell’albo nazionale. Questo è quanto ha annunciato in sostanza il Consiglio nazionale forense in una circolare inviata a tutti gli Ordini.

L’intervento del Cnf si è reso necessario visto che sono sempre di più i casi di richieste che provengono da avvocati che hanno conseguito il titolo presso strutture che non hanno l’autorità per rilasciarlo, incorrendo così anche nella segnalazione presso l’ambasciata italiana a Bucarest.

Si tratta di una “prassi graveevidenzia il Cnf in una nota – che insieme alla ‘via spagnolà (acquisizione del titolo di abogado da parte di cittadini italiani , poi riconosciuto in Italia senza sostenere l’esame di abilitazione), ha permesso a molti soggetti di esercitare la professione forense in Italia senza superare l’esame di abilitazione, con gravi conseguenze per la effettiva e corretta tutela dei diritti dei cittadini che si affidano ad avvocati non qualificati”.

“Occorre vigilare attentamente sui pericoli di un utilizzo troppo disinvolto della normativa comunitaria si possono verificare infatti ipotesi di “abuso del diritto” che devono essere riconosciute ed evitate, a tutela degli stessi cittadini della Unione europea” ha dichiarato Andrea Mascherin, consigliere segretario del Consiglio Nazionale Forense .

“La positiva apertura dei mercati  – ha proseguito Mascherindeve tener conto necessariamente anche di interessi superiori a quelli economici, come la tutela dei diritti e l’affidamento che i cittadini ripongono nella preparazione e nella qualificazione dei professionisti e degli avvocati a cui si rivolgono”. È necessario – ha concluso il consigliere segretario – che le autorità competenti, di governo e non, rifuggano da interpretazioni erronee e non di rado ideologicamente orientate che non favoriscono l’economia ma in compenso danneggiano i cittadini”.

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