Secondo la ricostruzione, in sede di Consiglio dei ministri si sarebbe consumato un vero e proprio braccio di ferro sull’argomento, con, da una parte, la componente più egalitaria della maggioranza di larghe intese e, dall’altra, i ministri del Pdl, che avrebbero ostacolato l’approvazione del contributo.
In particolare, secondo quanto indicato, il contributo previsto ammontava al prelievo sulle pensioni da 100mila euro, con tre scaglioni, del 5% fino a 150mila, del 10% fino a 200mila e del 15% sopra tale somma. Il tutto, sarebbe dovuto confluire nelle misure di sostegno all’economia che il governo ha cercato di introdurre nella legge di bilancio, Bin primis la riduzione del cuneo fiscale con aumenti in busta paga.
In questo scenario, allora, decade ancora una volta il principio della staffetta generazionale, tornato di attualità con le discussioni sulle proposte di legge per la controriforma Fornero, in particolare quella proposta dal ministro Damiano, che aveva abbozzato la possibilità di introdurre incentivi a rimanere al lavoro e disincentivi per le uscite in anticipo, che, comunque, sarebbero state consentite fino a 3 anni prima dei requisiti previsti dalla legge in vigore.
Ora, dunque, avrebbe vinto la linea più oltranzista della maggioranza, sospendendo il contributo di solidarietà, mentre dovrebbe rimanere al proprio posto il blocco delle indicizzazioni per gli assegni superiori a 3mila euro. Per le modifiche alla legge, comunque, resta ancora l’esame del Parlamento ed è possibile che lì, in Aula, possa tenersi il secondo round sulle pensioni.
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