Decreto Imu, ok in Commissione: franchigia d’esenzione e bonus mutui

Redazione 09/10/13
Il decreto di abolizione dell’Imu ha passato tortuosamente il vaglio delle Commissioni e ora si appresta a entrare alla Camera per l’approvazione finale e la successiva conversione in legge.

Gli emendamenti sulle prime case,  che avrebbero apportato alcune rilevanti modifiche alle soglie di esenzione sulla rata Imu di giugno, sono stati momentaneamente ritirati, ma non è escluso che la questione si ripresenterà in aula, prima della votazione finale sul provvedimento.

Da una parte, infatti, si trova il Partito democratico che, dopo aver proposto il pagamento della rata Imu per gli abitati con rendite catastali superiori a 750 euro, ha preferito ritirare la proposta di modifica al decreto. Dall’altra, però, i montiani di Scelta civica, memori del rigore dimostrato dal proprio leader in qualità di capo del governo, che ha strenuamente difeso l’Imu anche nella sua prima versione generalizzata, rivendica il pagamento dell’imposta e prefigura nuove soluzioni per assicurare il gettito alle casse statali. Si parla, ad esempio, di introdurre una quota entro i 400 euro in cui il tributo non andrebbe versato, imponendo, quindi, di chiedere il pagamento solo dell’eventuale residuo ai proprietari di case.

Insomma, si preannuncia battaglia alle Camere sul fronte della tassazione immobiliare, se è vero che anche il Pdl, con Renato Brunetta ha recentemente confermato che il principio della cancellazione dell’imposta non è da mettere in discussione.

Importanti, invece, gli emendamenti accolti e inseriti nella versione del testo che andrà a Montecitorio. uno, proposto parallelamente dagli stessi montiani e da Sinistra,Ecologia e Libertà, prevede la possibilità di accedere a mutui dai tassi agevolati per l’acquisto di immobili appartenenti alle classi energetiche A, B o C, o, ancora, sottoposti “ad interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico, con priorità per le giovani coppie e le famiglie numerose”.

Nel frattempo, mentre ancora non si conosce il destino dell’Imu, anche l’Imus, sorella minore dell’imposta, resta ai box, malgrado la sua data di avvio sia già stabilita al prossimo primo gennaio. Si tratta dell’imposta municipale secondaria, che dovrebbe includere nel proprio alveo il canone di occupazione delle aree pubbliche, l’imposta sulle affissioni, oltre all’installazione dei mezzi pubblicitari. Al momento, il regolamento che il governo dovrebbe stilare in accordo con la Conferenza tra Stato, città e autonomie, non ha trovato spazio nell’agenda da qui a fine anno.

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