In realtà, molti ritocchi sono stati fatti alla revisione delle circoscrizioni; i tribunalini che erano stati individuati per essere tagliati erano 37 (oltre a 220 sezioni distaccate e 667 uffici dei giudici di pace), ma se nelle zone con più alta densità criminale nel Mezzogiorno furono recuperati e, il 5 settembre, il dicastero di via Arenula ha concesso la deroga di due anni per trattare i dibattimenti pendenti alle sedi di Alba (Cuneo), Pinerolo (Torino), Bassano del Grappa (Vicenza), Vigevano (Pavia), Chiavari (Genova), Sanremo (Imperia), Lucera (Foggia) e Rossano (Cosenza).
Un numero piuttosto importante di autorizzazioni ministeriali, poi, consentirà di celebrare qua e là udienze e di impiegare i locali per tenere gli archivi in custodia. “Comprensibile” dichiara la Cancellieri ” che il prvvedimento, facendo venir meno circa il 47% degli uffici, susciti resistenze, ma i tecnici sono all’opera per renderne meno faticosa l’attuazione: ci sarà un primo intervento correttivo, con norme organizzative e processuali che renderanno più fluida la fase di avvio”.
Successiva, a seguire, in un secondo decreto per apportare cambiamenti dell’assetto territoriale dei nuovi tribunali, ascoltando sia le critiche dei parlamentari, sia quelle degli amministratori locali. Da nord a sud sono sempre più numerose le iniziative che si pongono il fine di evitare la perdita degli uffici. Il presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, oggi formalizzerà la proposta di coprire le spese per il funzionamento dei tribunali di Mistretta (Messina) e Nicosia (Enna) al ministero della giustizia, dove si attendono i sindaci dei comuni ed i rappresentanti dei comitati di protesta convocati dal dirigente dell’amministrazione giudiziaria Luigi Birrittieri.
Domani il Consiglio Nazionale Forense, ( che già ieri, mediante una nota aveva sottolineato la preoccupazione degli addetti ai lavori circa il clima che si sta creando intorno alla vicenda), l’Organismo unitario dell’avvocatura, gli ordini e le associazioni di categoria terranno a Roma un’assemblea, mentre il Consiglio superiore della magistratura lancia l’allarme; potrebbero mancare 700 giudici che svolgono contemporaneamente la professione di avvocato e quella di magistrato onorario a pochi chilometri di distanza, ma che per effetto degli accorpamenti non potranno farlo più nel nuovo circondario del tribunale presso cui esercitano le funzioni.
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