Le sigarette elettroniche vanno vietate? Una review della situazione

Davide Croce 05/08/13
Le vendite di sigarette senza fumo (le sigarette elettroniche o e-cigarette) sono letteralmente esplose in tutto il mondo da quando il divieto di fumo nei locali pubblici è stato introdotto nella legislazione di molti Paesi, creando quel fenomeno di diffusione che è sotto gli occhi di tutti. In particolare la loro entrata sul mercato è datata 2005 ed ad oggi non sono ovviamente disponibili studi di lunga durata all’esposizione del dispositivo.

La sigaretta elettronica è stata ideata nel 2003 da un farmacista cinese di nome Hon Lik ed è stata introdotta nel mercato cinese nel 2004. Ha cominciato ad essere commercializzati all’estero dal 2005 dalla Golden Dragon Holdings, e si stima che le vendite di e-cigarettes durante il 2012 siano state tra i 300 e i 500 milioni di dollari nei soli Stati Uniti d’America. L’elettronic cigarette association è l’associazione che comprende tutte le aziende che commercializzano sigarette elettroniche.

Per sei anni le e-sigarette sono state aggressivamente commercializzate come alternativa per i fumatori che vogliono diminuire il loro rischio di incorrere in gravi problemi di salute associati al fumo di sigaretta di tabacco. Invece di inalare nicotina monossido di carbonio di una sigaretta di tabacco, le e-cigarette fanno inalare nicotina pura vaporizzata attraverso un dispositivo elettrico alimentato a batteria. Ma ancora poca ricerca è stato realizzata sugli effetti dell’inalazione di nicotina vaporizzata. Per colmare il gap molte ricerche sono state avviate, tra le quali si segnala quella della UTSA (Università del Texas si S. Antonio) che coinvolge circa 1.000 studenti, anche sugli effetti psicologici e sociali del dispositivo. Nel frattempo, negli Stati Uniti è stato vietato ai produttori di sigarette elettroniche di presentare il loro prodotto come ‘salutare’.

Gli attivisti contro il fumo dicono che la crescente popolarità delle e-cigarette potrebbe compromettere anni di sforzi anti-fumo, con particolari riferimenti alla promozione sui giovani e sui non fumatori come prodotto innocuo. Infatti, sembra che lo specifico target di riferimento sia composto per lo più dai giovani, come testimoniato dalla immagine ‘fashion’ che si cerca di attribuire al prodotto e alla possibilità di personalizzare i gusti della sigaretta stessa.

D’altra parte sono meno dannose comparate alle sigarette tradizionali nel breve termine. Lo scopo di questo prodotto è infatti evitare il consumo di sostanze quali il catrame o idrocarburi policiclici aromatici, prodotti della combustione della sigaretta tradizionale, diminuendo quindi il rischio cancerogeno della sigaretta mantenendo un equivalente apporto di nicotina.

Nelle sigarette elettroniche sono stati trovate componenti antigelo noto come dietilenglicole. Questo è tossico per l’uomo e può causare danni per la salute per inalazione. Oltre che dietilenglicole, le e-cigarette contengono anche sostanze cancerogene come le nitrosammine.

Dal punto di vista della comparazione dei costi occorre riflettere sul fatto che il costo mensile delle sigarette elettroniche è spesso inferiore al costo mensile delle sigarette tradizionali.

Occorre fare una separazione tra chi è già fumatore e chi non lo è; uno dei rischi paventati è quello di ‘desensibilizzare’ la popolazione verso i rischi effettivi della dipendenza dalla nicotina, anche se il 44% dei consumatori Italiani ha dichiarato di aver ridotto il consumo delle sigarette tradizionali grazie alla sigaretta elettronica.

Occorre una regolazione che possa garantire che i fumatori adulti possano continuare a poter acquistare e-sigarette come il tabacco, ma la promozione e vendita per i giovani o i non-fumatori devono essere proibite.

Il fumo di tabacco è la più pericolosa attività umana volontaria nel mondo. Più di 5 milioni di persone muoiono ogni anno per le conseguenze del fumo di sigaretta.

La gente continua a fumare perché stima che il piacere che riceve dall’assunzione di nicotina nel tabacco supera la certezza (che è a lungo termine) che la loro salute sarà danneggiata. Così sembra apparentemente razionale accogliere un dispositivo (la sigaretta elettronica) che separa la parte pericolosa del fumo (catrame, monossido di carbonio e fumo prodotto dal processo di combustione) dalla nicotina.

Le e-sigarette possono non solo salvare la vita dei fumatori ma portano anche altri vantaggi. Non hanno un cattivo odore, quindi non c’è alcun disturbo della quiete pubblica e non c’è il problema del fumo passivo, per non parlare dei pericoli del fuoco.

Chi potrebbe obiettare a questi vantaggi? Molti gruppi di pressione per la salute sono determinati a tenere  fuori mercato questo dispositivo. Alcuni sostengono che l’e-sigarette possono agire come “testa di ponte” per la sigaretta di tabacco. Altri suggeriscono che gli aromi talvolta aggiunti alla soluzione di nicotina-cuscinetto fanno e-sigarette particolarmente attraenti per i bambini, una sorta di equivalente di nicotina delle bevande “alcopop”. Ma queste obiezioni sembrano essere guidato da puritanesimo, non dalla ragione. Alcuni lobbisti di salute sono così determinati a impedire alla gente di fare qualsiasi cosa che assomiglia lontanamente al fumo un processo denominato “de-normalizzazione” -che si rifiutano di avallare un prodotto che riproduce il piacere di fumare senza il danno. Anche per l’industria del tabacco l’introduzione delle e-cigarettes è stata una minaccia: il giro d’affari non è ancora confrontabile, ma le vendite di sigarette elettroniche sono raddoppiate nel 2012 e raddoppieranno ancora nel corso del 2013, con la possibilità di superare le vendite delle sigarette tradizionali nel corso di un decennio.

In alcuni luoghi politici e altri faccendieri stanno ascoltando. Diversi paesi (tra cui Austria e Nuova Zelanda) limitano la vendita di e-sigarette, ad esempio classificandoli come dispositivi medici, altri (Brasile e Singapore) vietarli del tutto. Nel Regno Unito, a partire dal 2016, le sigarette elettroniche saranno considerate come medicinale. The Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency attenderà la messa in vigore delle nuove regolamentazioni Europee per il tabacco prima di classificarle come medicinale, e fino ad allora non sarà necessario nessun tipo di prescrizione medica, ma tuttavia l’MHRA non consiglierà il loro utilizzo a chi volesse liberarsi della dipendenza dal fumo.

Chi è incaricato del miglioramento della sanità pubblica dovrebbe analizzare correttamente l’e-sigarette. La nicotina è una droga, e pertanto deve essere tenuto fuori dalla portata dei bambini. E-sigarette dovrebbero essere venduti solo in negozi autorizzati, e per gli adulti. La nicotina è, dopo tutto, un veleno (il suo vero scopo è quello di fermare gli insetti che mangiano le piante di tabacco), quindi ci può essere qualche rischio residuo per gli utenti. A questo proposito, è bene regolamentare le diverse forme di pubblicità, che diventano mano a mano più forti con l’espansione del mercato, per evitare comportamenti correlati al tabagismo.

L’approccio giusto è non denormalizzare il fumare, ma a normalizzare e-fumo. Coloro che amano la nicotina saranno in grado di continuare ad usarlo, mentre a tutti gli altri saranno risparmiate sia le conseguenze di salute pubblica del fumo sia il fastidio di fumo passivo.

Secondo alcune agenzie regolatorie come l’inglese, le e-sigarette attualmente sul mercato non sono conformi a standard adeguati di sicurezza, qualità ed efficacia, e che livelli di contaminazione da altri agenti erano stati trovati nei prodotti, mentre alcuni erano mal costruiti e quindi pericolosi.

 

La situazione italiana

In Italia, secondo gli operatori del settore, fanno uso regolare della sigaretta elettronica circa 500.000 persone (l’1% della popolazione; allargando il discorso all’utilizzo occasionale, si arriva al 3,2%), in costante aumento.

La fascia d’età 15-24 evidenzia un maggior numero di consumatori della sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale, anche se solo il 10% dei consumatori totali ha dichiarato di aver smesso grazie alla e-cigarette.

Il Consiglio superiore di sanità ha raccomandato delle nuove regole sulle sigarette elettroniche, in attesa del loro varo da parte del Ministero. Tra queste, spiccano il divieto nelle scuole e, a seguire, nei locali pubblici, oltre alla necessità di una regolamentazione della pubblicità, considerata al momento troppo forte ed invasiva. Il divieto dell’uso nei luoghi pubblici, non ancora definitiva, deriva dall’equiparazione della sigaretta elettronica alla sigaretta tradizionale, in quanto evocano la gestualità del fumo, con conseguente applicazione della legge Sirchia del 2005. Secondo l’accordo tra i Ministri della Salute della Commissione Europea le sigarette elettroniche che contengono almeno 1mg di nicotina andranno vendute in farmacia.

È inoltre da sottolineare come recentemente in Italia sia stata alzata l’età minima per l’acquisto di e-cigarettes da 16 a 18 anni, mentre non vengono considerate come medicinale. È stata approvata la nuova tassa sulle sigarette elettroniche che sarà in vigore dal prossimo gennaio, per un’aliquota pari al 58,5%.

Le conclusioni che si possono trarre da questa analisi sono che per i consumatori di tabacco le sigarette elettroniche possono portare qualche vantaggio e che andrebbero normate più precisamente (e.g. sicurezza, quantità di nicotina). Per i non consumatori ed in particolare i giovani il dispositivo potrebbe aumentare il consumo di nicotina anche in funzione dell’emulazione della gestualità. Se non è dannoso lo uso anch’io potrebbe essere il pensiero implicito. Tuttavia a giudizio personale il vantaggio complessivo per la società dovrebbe superare lo svantaggio (nuovi consumatori), aiutando la lotta contro questo dimostrato nemico della salute.

 

References

http://www.economist.com/news/leaders/21573986-world-should-welcome-electronic-cigarette-no-smoke-why-fire

http://e-cigaretteuk.org.uk/electronic-cigarette-side-effects/

http://utsa.edu/today/2013/07/ecigarettes.htm

http://www.primehealthchannel.com/electronic-cigarette-dangers-and-side-effects.html

http://www.bbc.co.uk/news/health-22870301

Davide Croce

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