Quel giovedì mattina i due medici erano più alterati del solito. Il problema colpiva direttamente le loro tasche e questo si sa è l’argomento che più ottenebra la mente delle persone. Il pediatra in particolare si lamentava che se andava avanti così era meglio cambiar mestiere. Lavorare per l’azienda pubblica era ormai diventata una pena continua, se le cose andavano bene l’azienda se ne prendeva i meriti, quando invece qualcosa andava storto responsabilità e colpe ricadevano sui singoli medici. I pazienti poi sembravano attendere al varco il dottore come fa il cacciatore con gli uccelli di passo. Ne aspettavano solo il primo errore, che nella professione è inevitabile, per fargli causa e spillargli denaro. E così tra cause e assicurazioni il portafoglio del medico era sempre più magro. Il professore di filosofia dal basso del suo misero stipendio universitario obiettò. Che i medici, pubblici e privati, nel paese reale erano ancora tra quelli che percepivano i salari più alti e sicuri. E come tutti quelli che operano azioni tecniche, giuste o sbagliate secondo i criteri stabiliti dalla scienza applicata in questione, ne devono rispondere personalmente. A questo proposito si permise di fare l’esempio degli ingegneri, riconosciuti di alta qualità in Italia ma pagati la metà o un terzo dei medici e dei loro colleghi europei, e che tuttavia allo stesso modo erano tenuti a rispondere personalmente davanti alla giustizia dei loro errori. E i professori di filosofia, gli intellettuali insomma, perché non rispondono degli esiti catastrofici delle loro idee? replicò stizzito il medico psichiatra. Il professore lo guardò allibito, sarebbe una violazione della libertà di pensiero, disse sospirando. Ma il dottore non mollò la presa e proseguì. E’ vergognoso come davanti ai tribunali della storia e degli uomini abbiano risposto talora anche con la morte gli assassini dei regimi nazisti e comunisti e non siano mai stati scalfiti neppure dall’ombra della colpa coloro che li hanno armati con la forza delle loro presunte verità, da Marx a Engels a Nietzsche, per dirne alcuni. Coloro che agiscono sono colpevoli, gli istigatori e i mandanti sono innocenti. Da ex amministratore comunale intervenni per dire che forse la discussione aveva preso una piega troppo “alta”. Più pragmaticamente, poiché in effetti rispetto ai tempi del mio vecchio Consorzio Sociosanitario la rissosità degli assistiti e di tutti in generale si era così innalzata e la complessità degli atti medici e tecnologici si era di molto accresciuta, valeva la pena che l’Ordine dei Medici con le sue tasse e l’Azienda Sanitaria con le sue entrate tutelassero i loro dipendenti e iscritti come qualunque altro ente di appartenenza. Le mie parole chetarono le acque ma non il medico pediatra che si accingeva a riprendere la sua filippica quando un signore di una certa età gli si avvicinò e gli gettò le braccia al collo. Dottore, dottore, quanto tempo è passato, disse, come sono contento di rivederla! Ecco le presento mio figlio che lei ha salvato dalla prematurità quasi vent’anni fa, oggi parte soldato, guardi che bel ragazzo! E si fece avanti un ragazzo in divisa militare alto, bruno, bello. Si chiama? chiese il dottore arrossendo in viso. Perché purtroppo ognuno di noi dimentica le cose belle della vita e invece rimane segnato per sempre da una singola accusa, anche se ingiusta.
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