Controlli in arrivo dall’Inps sui beneficiari dell’assegno di inclusione (Adi). Obiettivo dichiarato è verificare chi non ha comunicato la variazione dei redditi da lavoro, mentre si percepisce il sussidio con carta ADI.
Il messaggio n. 3624 del 31 ottobre 2024 ha annunciato i casi e le modalità di queste verifiche, in caso di omessa comunicazione del reddito, derivante dall’avvio di attività di lavoro dipendente, in corso di erogazione del beneficio.
Chi non fa questa comunicazione, tramite modello apposito, va incontro alla sospensione o alla decadenza dell’Assegno.
Indice
L’Assegno di inclusione 2024
L’assegno di inclusione (Adi) è stato introdotto con decreto-legge n. 48 del 4 maggio 2023 e convertito in legge a luglio. Si tratta di un sostegno economico per famiglie in difficolta, e viene erogato su carta ADI prepagata.
Si parla del sussidio destinato alle famiglie, con soglie ISEE fino a 9360 euro, che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:
– con disabilità;
– minorenne;
– con almeno 60 anni di età,
– in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
I soldi non vengono però erogati senza controlli. Questi avvengono, e soprattutto nel caso in cui il reddito della famiglia vari in corso di erogazione, o qualcuno inizi a lavorare.
Nel messaggio del 31 ottobre 2024, sono stati chiariti ulteriormente i dettagli dei controlli e degli obblighi a cui i beneficiari devono attenersi, specialmente in relazione alla comunicazione di redditi derivanti da attività lavorative.
Obbligo di comunicazione dei redditi da lavoro
Uno dei diktat chiariti dal messaggio INPS è l’obbligo, per i beneficiari dell’assegno di inclusione, di comunicare all’INPS l’avvio di un’attività di lavoro dipendente entro 30 giorni dalla sua inizio. L’articolo 3, comma 5, del decreto-legge n. 48/2023 e l’articolo 8, comma 8, del D.M. n. 154/2023 stabiliscono chiaramente questa responsabilità.
Se la comunicazione non avviene entro il termine previsto dei 30 giorni, l’erogazione del beneficio può essere sospesa fino a un massimo di tre mesi, trascorsi i quali il diritto alla prestazione decade.
Il modello ADI-Com esteso
Per facilitare l’adempimento di questi obblighi, l’INPS ha messo a disposizione il modello ADI-Com esteso, utilizzabile dal 18 marzo 2024. Questo modello deve essere presentato da chi avvia un’attività di lavoro dipendente o partecipa a percorsi di politica attiva del lavoro che prevedono compensi o benefici.
Il modello permette ai beneficiari di dichiarare il reddito percepito in modo conforme alle normative vigenti. È importante notare che, per i redditi fino a 3.000 euro lordi annui, non vi è impatto sul calcolo dell’importo mensile dell’assegno, mentre la parte eccedente incide sul beneficio a partire dal mese successivo alla variazione della condizione economica.
La funzione del modello ADI-Com Esteso è quella di trasmettere all’Inps, diverse comunicazioni obbligatorie che riguardano:
- l’avvio di un’attività lavorativa;
- le variazioni intervenute riguardanti un componente del nucleo familiare, che modificano l’applicazione della scala di equivalenza ovvero la perdita del diritto all’ADI (tra gli esempi indicati nel Messaggio Inps del 14 marzo scorso figurano l’inizio o la conclusione del periodo di residenza in strutture a totale carico pubblico, l’applicazione di sentenze definitive di condanna, la conclusione o la proroga del programma di cura e assistenza);
- ulteriori variazioni delle dichiarazioni rese in domanda che comportano la perdita del requisito in relazione ai dati del patrimonio mobiliare / immobiliare, al possesso dei beni durevoli e alla residenza continuativa in Italia;
- la richiesta della individualizzazione della Carta di Inclusione, se non già fatta al momento della domanda di ADI.
Come compilare e inviare il modello ADI-Com esteso
La compilazione del modello richiede l’inserimento delle informazioni personali del dichiarante, i dettagli sull’attività lavorativa avviata, e il reddito percepito. È importante verificare che tutte le informazioni siano corrette e complete per evitare ritardi nell’elaborazione o sanzioni.
L’invio del modello può essere effettuato tramite il portale online dell’INPS, accedendo con le credenziali personali (SPID, CIE, o CNS). Dopo aver compilato il modulo, si procede alla trasmissione digitale, che assicura un immediato riscontro da parte dell’Istituto. Per chi avesse difficoltà, è possibile rivolgersi ai centri di assistenza fiscale (CAF) o ai patronati che offrono supporto nella compilazione e presentazione della documentazione necessaria.
Verifiche sull’Assegno di inclusione
Da giugno 2024 siano stati attivati controlli rigorosi per rilevare eventuali omissioni nella presentazione del modello ADI-Com Esteso. Verifiche fatte per individuare i casi in cui i componenti di un nucleo familiare beneficiario inizino un’attività lavorativa senza informare l’INPS nei termini stabiliti.
In caso di mancata comunicazione, la prestazione viene temporaneamente sospesa e, se il ritardo nella comunicazione supera i tre mesi, la prestazione stessa decade. Queste misure intendono incentivare la trasparenza e la conformità, garantendo che i fondi pubblici siano gestiti in maniera efficace e destinati a chi ne ha realmente bisogno.
Entro quando comunicare il reddito
Il reddito derivante dal rapporto di lavoro dipendente dev’essere comunicato, con il Modello ADI-Com dall’interessato all’Inps entro trenta giorni dall’avvio del contratto.
Qualora sia decorso il termine di trenta giorni dall’avvio dell’attività, senza che il lavoratore abbia effettuato la comunicazione, l’erogazione dell’ADI è sospesa fino a che “non si sia ottemperato a tale obbligo e comunque non oltre tre mesi dall’avvio dell’attività, decorsi i quali il diritto alla prestazione decade”, come stabilito dalla legge.
Leggi anche > Assegno di Inclusione ADI: le FAQ su rifiuto, decadenza, esoneri, obblighi
Esenzioni sui controlli
Non tutte le attività rientrano nell’obbligo di comunicazione immediata. I tirocini di inclusione, per esempio, non richiedono una dichiarazione immediata, se registrati nei patti di inclusione e gestiti dai servizi sociali. Questo per agevolare l’accesso a percorsi formativi che potrebbero migliorare la situazione lavorativa dei beneficiari.
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Foto copertina: istock/Chinnapong
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