Taglio al cuneo fiscale 2025 e “bonus” redditi fino a 20mila euro: come funzionerà dal 1° gennaio

La riduzione della pressione fiscale sul lavoro è resa strutturale nel 2025, con un bonus sul lavoro per redditi fino a 20mila euro e taglio al cuneo fino a 40mila euro con decalage

Paolo Ballanti 24/10/24
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Per il 2025 ci sarà ancora la riduzione del cuneo fiscale, con alcune novità per le detrazioni da lavoro. Il 23 ottobre 2024 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha autorizzato la presentazione in Parlamento del disegno di legge di bilancio per l’anno 2025, firmandone il testo.

Il testo della manovra è stato assegnato, in via preliminare, al servizio Testi normativi della Camera dei deputati, in attesa della successiva pubblicazione sul sito internet di Montecitorio e l’inizio del vero e proprio iter parlamentare, a partire dall’esame del Ddl in commissione Bilancio (agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor Plus).

Stando alla bozza di manovra attualmente a disposizione al tema della riduzione della pressione fiscale è dedicato l’articolo 2 “Misure di sostegno al reddito”.

L’intento dell’Esecutivo, come si legge nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi a margine del Consiglio dei ministri n. 100 del 15 ottobre, che ha approvato il Ddl bilancio, è quello di concentrarsi “sulla riduzione della pressione fiscale e sul sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati”.

Il Documento programmatico di bilancio (DPB) per l’anno a venire, anch’esso approvato nel CDM del 15 ottobre, entra più nel dettaglio affermando che “si confermano gli effetti delle misure di riduzione del carico fiscale a favore dei lavoratori dipendenti”.

Analizziamo quindi in dettaglio i provvedimenti sul taglio del cuneo fiscale previsti in via strutturale dalla bozza di Manovra 2025.

Indice

Bonus cuneo fiscale redditi fino a 20 mila euro

L’articolo 2, comma 3 della bozza di manovra riconosce, in via strutturale, ai titolari di redditi di lavoro dipendente di cui all’articolo 49 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), con esclusione delle pensioni di ogni genere e degli assegni ad esse equiparati, in possesso di un reddito complessivo non superiore a 20 mila euro, una somma netta esente da imposte.

La somma in parola è determinata applicando al reddito di lavoro dipendente del contribuente la seguente percentuale:

  • 7,1%, se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500,00 euro;
  • 5,3%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500,00 ma non a 15.000,00 euro;
  • 4,8%, se il reddito di lavoro dipendente eccede la soglia di 15.000,00 euro.

Per determinare la percentuale si assume a riferimento il reddito di lavoro dipendente riferito all’intero anno.

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Questa cosa riguarda una specifica esenzione fiscale legata ai redditi da lavoro dipendente. In soldoni, si tratta di una misura prevista dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che esclude dalle imposte le pensioni e gli assegni ad esse equiparati, per i contribuenti con un reddito complessivo annuo inferiore a 20.000 euro. L’obiettivo è determinare una somma netta esente da imposte, applicando una percentuale al reddito da lavoro dipendente del contribuente.

La percentuale (vedi le tre riportate sopra) si applica considerando il reddito da lavoro dipendente relativo all’intero anno e serve a determinare la quota esente da imposte, riducendo l’ammontare complessivo del reddito imponibile su cui vengono calcolate le imposte. Questo va così a rendere più leggero il cuneo fiscale, a vantaggio del lavoratore e della lavoratrice dipendente.

Titolari di redditi superiori a 20 mila euro

Il successivo articolo 2, comma 5 della bozza di manovra riconosce in via strutturale una seconda misura di riduzione del cuneo fiscale a beneficio dei titolari di redditi di lavoro dipendente (articolo 49, TUIR, eccezion fatta per le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati) in possesso di un reddito complessivo superiore a 20 mila euro.

Ai soggetti in parola è diretta un’ulteriore detrazione dall’imposta lorda, rapportata al periodo di lavoro, di importo pari a quanto descritto in tabella:

Reddito complessivoAmmontare dell’ulteriore detrazione
Superiore a 20 mila euro ma non a 32 mila euro1.000,00 euro
Superiore a 32 mila euro ma non a 40 mila euro1.000,00 * [(40.000,00 – reddito complessivo) / 8.000,00]

Riconoscimento in busta paga

Il bonus per i titolari di redditi fino a 20 mila euro e la detrazione per coloro che hanno, al contrario, redditi superiori a 20 mila euro ma pari o inferiori a 40 mila euro, vengono riconosciuti in via automatica dai sostituti d’imposta (datori di lavoro) all’atto dell’erogazione delle retribuzioni.

La spettanza definitiva delle misure in parola è accertata dallo stesso sostituto d’imposta in sede di conguaglio, quando è noto l’ammontare del reddito complessivo totalizzato nel periodo (anno) d’imposta.

Recupero bonus/detrazione non spettante

Il sostituto d’imposta che accerta in sede di conguaglio la non spettanza del bonus / detrazione provvede al recupero del relativo importo. Nel caso in cui quest’ultimo superi i 60 euro, il recupero è effettuato in dieci rate di pari ammontare, a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio.

Bonus recuperato in F24

Il bonus cuneo fiscale ai titolari di redditi fino a 20 mila euro è anticipato in busta paga dal sostituto d’imposta (datore di lavoro) per conto dell’Erario.

Le somme in questione vengono poi recuperate in F24 dagli importi a debito a carico del datore di lavoro, mediante l’istituto della compensazione.

Modello F24: a cosa serve, quando si usa e come si compila (ecco il Pdf)

Le agevolazioni per il rientro dei cervelli

Nel calcolo del reddito complessivo e del reddito di lavoro dipendente da assumere a riferimento per l’erogazione del bonus sul cuneo fiscale (articolo 2, comma 3) e della detrazione (articolo 2, comma 5) previsti dalla bozza di Manovra 2025 si considerano anche le quote di reddito non soggette a tassazione, per effetto delle agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli (ai sensi dell’articolo 44, comma 1, Decreto – legge 31 maggio 2010, numero 78, dell’articolo 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2015, numero 147, nonché dell’articolo 5 del Decreto legislativo 27 dicembre 2023, numero 209.
Il reddito complessivo di riferimento per il diritto al bonus / detrazione in parola è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze di cui all’articolo 10, comma 3-bis, del TUIR.

Cambiano le detrazioni da lavoro dipendente

La bozza di Manovra 2025 interviene da ultimo sulla detrazione fiscale spettante a coloro che:

  • totalizzano un reddito complessivo non eccedente i 50 mila euro;
  • sono titolari di redditi di lavoro dipendente e taluni redditi assimilati.

Nello specifico, l’articolo 2, comma 1, lettera b) della bozza aumenta, in via strutturale, la detrazione per coloro che possiedono un reddito complessivo non superiore a 15 mila euro, da 1.880,00 a 1.955,00 euro.

Quest’ultima, si precisa, essendo rapportata ai periodi in cui viene prodotto reddito nel corso dell’anno, non può essere comunque inferiore a 690,00 euro. Somma, quella citata, elevata a 1.380,00 euro per i rapporti di lavoro a tempo determinato.

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Foto copertina: istock/MicroStockHub

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