A specificare chi siano tutti coloro tenuti al rispetto del termine posto dal decreto 35/2013, l’articolo 1 del provvedimento che ha sbloccato la prima tranche dei pagamenti non ancora coperti dagli enti pubblici.
In particolare, il testo precisa che siano esclusi dai vincoli del patto di stabilità tutti quegli enti che abbiano usufruito del sovvenzionamento “dei debiti in conto capitale certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012; dei debiti in conto capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il 31 dicembre 2012; dei debiti in conto capitale riconosciuti alla data del 31 dicembre 2012 ovvero che presentavano i requisiti per il riconoscimento entro la medesima data”.
A questo proposito, il decreto specifica che entro il 30 giugno vadano rese tutte le informazioni relative sia ai debiti di parte corrente che a quelli di parte capitale che entro fine anno risultino “certi, liquidi ed esigibili”. A fungere da conferma sufficiente sarà, poi, una fattura o una richiesta di simile riconoscimento per il pagamento in sospeso.
Non inclusi nel computo dei debiti da denunciare entro domani, tutti quei pagamenti non realizzati per i quali è impossibile risalire alla data esatta della prestazione certificata.
C’è, da ultimo, un vulnus nel provvedimento che sancisce il termine per le comunicazioni: trattandosi di domani 30 giugno nel calendario settimanale, domenica, andrebbe assunto che, come solitamente accade per i pagamenti dei contribuenti, il termine venga fatto slittare a lunedì primo luglio. I ministeri non hanno rilasciato note in merito, per cui permane il dubbio sul termine effettivo.
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