Pensioni 2025: pensione a 64 anni (per pochi), Quota 103, Ape sociale, Opzione donna. Tutte le strade

I contributivi puri potranno anticipare l’uscita con 25 anni di contributi

Redazione 19/12/24

Novità sul pacchetto pensioni 2025, partito con zero modiche e arrivato al 18 dicembre con una news: l’opzione di pensionamento con 64 anni di età e 25 di contributi minimi, ma solo per i contributivi puri. Questo è l’unico vero cambiamento, di una legge previdenziale che resta pressoché immodificata rispetto allo scorso anno.

In attesa che il testo della Manovra 2025 venga approvato definitivamente entro fine dicembre, la parola d’ordine è “conferma”. Infatti, le opzioni pensionistiche in vigore quest’anno verranno rinnovate anche nel 2025.

Si parla dell’attuale pensione anticipata flessibile Quota 103, di Ape sociale e della versione selettiva di Opzione donna. C’è poi l’incentivo al posticipo pensione, detto anche Bonus Maroni, che ha finora permesso a chi, pur in età pensionabile, restava a lavoro di avere uno stipendio più alto, grazie a una detassazione contributiva.

Ecco il succo delle pensioni 2025.

Consulta le tappe del disegno di legge di bilancio sul sito della Camera dei deputati

Indice

Pensione 64 anni di età + 25 di contributi

La pensione anticipata inaugura il 2025 con una novità che modifica in parte il pacchetto pensioni 2025, che interessa però solo le pensioni interamente contributive, quindi chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995: si tratta dell’accesso al pensionamento con 64 anni di età e 25 anni di contributi.

E’ frutto di un emendamento alla Manovra di bilancio 2025, approvato in Commissione Bilancio della Camera, che modifica la flessibilità in uscita per i contributivi puri. Chi avrà maturato 64 anni di età e 25 anni di contributi (5 anni in più rispetto ai classici 20 previsti), e avrà un importo del trattamento previsto pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili), potrà uscire da lavoro e andare in pensione.
Sarà però possibile utilizzare il ponte della previdenza integrativa complementare per raggiungere la soglia prevista di 3 volte l’assegno sociale, e maturare così il requisiti economico richiesto dall’opzione.

I dettagli nell’articolo In pensione a 64 anni, con 25 anni di contributi: la novità

Quota 103 nella Legge di bilancio 2025

Come per il 2024, anche nel 2025 si potrà uscire da lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi. Basterà aderire all’opzione di pensione anticipata flessibile Quota 103, confermata con la Legge di bilancio del prossimo anno.

Farlo però, esattamente come quest’anno, costerà, perché si tratta di un meccanismo puramente contributivo di calcolo, che porta una notevole riduzione dell’assegno pensione.

Resta in vigore il massimale rappresentato da un importo della prestazione non superiore a cinque volte il trattamento minimo.

Il trattamento non può eccedere i 2.272 euro lordi mensili (quattro volte il trattamento minimo Inps) sino al compimento dell’età di 67 anni.

Opzione donna selettiva anche nel 2025

Anche opzione donna ha trovato conferma nell’impianto delle pensioni 2025. La Manovra contiene questo ulteriore anticipo pensionistico, destinato ad alcune categorie (molto ristrette) di donne lavoratrici. E anche in questo caso l’importo della pensione viene calcolato con metodo contributivo, e quindi ridotto rispetto alla normale pensione di vecchiaia.

Viene confermato l’impianto selettivo dell’opzione. Possono accedere alla pensione anticipata con Opzione donna solo le donne che se si trovano in almeno una delle seguenti condizioni:

> assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge, la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, Legge 5 febbraio 1992 numero 104) ovvero un parente – affine di secondo grado convivente, qualora i genitori, il coniuge o la persona unita civilmente del soggetto con handicap abbiano compiuto i 70 anni di età ovvero siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti o mancanti;
> hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, pari o superiore al 74%;
> sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) per la gestione della crisi aziendale.

Inoltre, sono necessari 61 anni di età, eccezion fatta per le donne con figli.

Tra i diversi requisiti richiesti da Opzione donna (almeno nella versione 2024), c’è anzitutto quello dell’età:

  • 61 anni di età per donne senza figli;
  • 60 anni di età per donne con un figlio;
  • 59 anni di età per donne con più figli.

Sul requisito contributivo, invece, le donne lavoratrici che vogliono accedervi devono maturare 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2024 E’ però previsto lo sconto di un anno per ciascun figlio entro un massimo di 2 anni.

Le regole contributive cambiano solo per le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi. Queste possono accedere con 59 anni e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024 a prescindere dal numero di figli.

Incentivo al posticipo pensione

Un’altra conferma per la Manovra di bilancio 2025 è la volontà di premiare lavoratrici e lavoratori che, pur potendo andare in pensione con Quota 103, decidono comunque di restare a lavoro. Si tratta di un incentivo al posticipo pensione, che nel 2024 funziona così:

chi sceglie in questi casi di proseguire l’attività lavorativa dipendente, può rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a loro carico, relativi all’Assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive.

Ciò comporta che:

  • il datore di lavoro venga sollevato dall’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del lavoratore interessato (resta fermo invece il versamento della quota IVS a carico del datore di lavoro);
  • gli importi corrispondenti alla quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore, che l’azienda avrebbe dovuto versare all’Inps qualora non fosse stata esercitata la facoltà di rinuncia in parola, siano o erogati direttamente all’interessato, insieme alla retribuzione.

Rivalutazione pensioni 2025

Sul fronte rivalutazione pensioni 2025, l’incremento degli importi sarà regolato da un meccanismo un po’ diverso rispetto al 2024, perché torna in vigore la rivalutazione più favorevole, a scaglioni (invece di quella per fasce). Sarà infatti:

  • del 100% per le fasce di importo fino a 4 volte il Trattamento Minimo (2394.44 euro). In questi casi quindi l’aumento sarà totale dell0 0,8%.
  • Del 90% per le fasce di importo tra 4 e 5 volte il Trattamento Minimo (tra 2394.45 e 2933,06 EURO), con un aumento di 0,72 punti percentuali.
  • Del 75% per le fasce di importo oltre 5 volte il Trattamento Minimo, con un aumento dello 0,6% effettivo degli importi.

Leggi qui alcune simulazioni di rivalutazione pensioni 2025

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