In primo luogo, vediamo come il decreto del fare – finalizzato a imprimere un’accelerazione rapida a infrastrutture e mercato edilizio – si concentra su specifiche normative che aggiornano la legislazione sul lavoro. Ad esempio, tra i suoi articoli è contenuta la nuova disciplina sugli infortuni, che prevede l’obbligo, da parte del datore di lavoro, di comunicare entro due giorni all’autorità di pubblica sicurezza gli infortuni mortali e quelli con prognosi superiore ai tre giorni, con la possibilità, per la stessa autorità, di accedere ai database dell’Inail per ricavare i dati su infortuni fatali o oltre un mese.
In aggiunta, il decreto del fare istituisce nuovi criteri per la valutazione dei rischi, le cui procedure vengono alleggerite dal punto di vista burocratico, senza perdere efficacia nella normativa e nella rigidità dei criteri di sicurezza sui luoghi di lavoro. Soprattutto, vengono semplificate le operazioni per quelle attività reputate a basso rischio infortunistico.
Infine, tra le novità del decreto del fare, degne di nota indubbiamente l’allungamento della durata del Durc per i contratti pubblici – che viene raddoppiata da 3 a 6 mesi di validità – e l’eliminazione di corsi doppi o tripli per la prevenzione sanitaria e i responsabili di sicurezza: in questi casi, anche eventuali percorsi universitari garantiscono specifici crediti in oggetto.
Passando, invece, al neonato decreto lavoro per i giovani, il governo ha invece pensato di introdurre specifici incentivi per gli ingressi occupazionali degli under 30. Per chi ha tra i 18 e i 29 anni, infatti, sono in arrivo bonus alle aziende che decideranno di assumerli, in ordine contributivo, pari a 650 euro mensili, ma solo se il lavoratore figura disoccupato da sei mesi, ha almeno un famigliare a carico o non è diplomato. La somministrazione del contratto per accedere a questo genere di beneficio si intende a tempo indeterminato e i bonus avranno una durata di 18 mesi, che scendono a 12 in caso di lavoratori già operanti, in possesso dei requisiti precedentemente elencati.
Dunque, sgravi sono contemplati anche per le imprese del Mezzogiorno e, da ultimo anche per quei lavoratori in stato di Aspi – la nuova mobilità – che, in caso di assunzione, finirà per il 50% pagata dallo Stato ai datori di lavoro. Da sottolineare, infine, l’abbreviazione dei tempi tra un contratto a termine e un altro – da 60 a 10 o 20 giorni – e l’implementazione al Fondo per la formazione tecnica superiore.
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