Il medico in questione risponde al nome di Rafael Grossmann, lavora presso l’Eastern Maine Medical Center e, ai margini dell’intervento, ha scritto: “Ho preso ogni precauzione per assicurare che la privacy del paziente, da cui ho ottenuto un consenso informato, fosse tutelata”. Grossman infatti, come precisato sul suo blog in un post intitolato “Glass, passami il bisturi”, ha voluto specificare come lo streaming di video e foto non avesse mai minimamente riportato nessun dato identificativo né tanto meno mostrato il volto del paziente. “Volevo dimostrare che questo è uno strumento intuitivo con grandi potenzialità per la salute, in modo particolare per la chirurgia”, si conclude così con soddisfazione il commento del medico in merito al nuovo utilizzo degli occhiali ‘speciali’.
Grossmann ha indossato i Glass per tutta la durata dell’intervento e le immagini che gli occhiali afferravano erano automaticamente proiettate sul display di un iPad. Oltre al proprio blog, il medico ha voluto anche documentare l’operazione in tempo reale grazie ad un `hangout´ su Google, ossia la specifica funzione che autorizza le conversazioni di gruppo. “Credo sia la prima volta che i Glass entrino in una sala operatoria –ha affermato retorico lo stesso Grossmann- siamo riusciti a mostrare anche la tecnica endoscopica in modo veloce, economico e mantenendo anonima l’identità del paziente”. L’ingresso dello strumento in sala operatoria potrebbe costituire una svolta radicale all’interno dell’intera gestione medica e d’équipe; potrebbe infatti profondamente “migliorare le consultazioni all’interno di un’equipe, favorire il parere di esperti dall’esterno, ma anche rivelarsi un utile strumento didattico”, ha confermato lo stesso medico ‘iniziatore’.
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