Nel nostro Paese, scrive Grillo, “se si è nati da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni“, quello dello ius soli è già un requisito acquisito. “Chi vuole -continua la nota- al compimento del 18esimo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano“. Non si tratta della prima remora che l’ex comico genovese lancia contro la problematica inerente la possibilità di concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati, già a gennaio 2012 infatti Grillo si era mostrato contrario all’argomento, limitandosi a definire la questione come totalmente “priva di senso”.
“Dalle dichiarazioni della sinistra non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano”, commenta il leader a 5 Stelle. La normativa regolativa ad oggi vigente in Italia “può naturalmente essere cambiata, -chiosa Grillo nel blog- ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita”. Una decisione che dunque, a detta di Grillo, potendo comportare la conversione nel tempo del profilo geografico del Paese, “non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente”.
Ancor prima della prospettiva referendaria, Beppe Grillo inoltre chiarisce che lo ius soli “dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della Ue. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa“, aggiunge. L’esternazione del leader del Movimento, originatasi dalla carente trasparenza recriminata alla sinistra italiana nelle rispettive dichiarazioni, sembra essere volta più a fomentare la nitida posizione di distacco protestatario, da sempre tratto distintivo della condotta dei 5 Stelle, rispetto ai maggioritari orientamenti politici, piuttosto che a suggerire prassi realmente risolutive del problema immigrati nel nostro Paese.
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