L’esigenza di proteggere le pensioni dagli aumenti del costo della vita ha spinto il legislatore ad introdurre un meccanismo di perequazione (rivalutazione) automatica degli importi con cadenza annuale ed effetto dal 1° gennaio successivo di ogni anno: sarà così anche per le pensioni 2024, tranne per alcuni assegni che subiranno tagli.
Tuttavia, l’impianto di rivalutazione degli assegni pensionistici non è uguale per tutti. Opera infatti un sistema per cui, in base all’ammontare della pensione, la rivalutazione si applica per intero (al 100%) o, al contrario, in misura inferiore, prendendo a riferimento una determinata percentuale della stessa.
La bozza del DDL bilancio non manca di intervenire su quest’ultimo aspetto, peraltro già oggetto di modifica ad opera della Manovra 2023, approvata con Legge 20 dicembre 2022 numero 197.
Analizziamo la disciplina in dettaglio.
Indice
Pensioni 2024: quali subiscono tagli e quali no
Per capire quali pensioni dovranno attendersi dei tagli nel 2024 è necessario far riferimento alla bozza del DDL bilancio attualmente in discussione al Senato.
Il Disegno di legge numero 926 modifica infatti il meccanismo di rivalutazione delle pensioni per l’anno 2024.
La revisione non interessa i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo Inps, per i quali la rivalutazione è applicata in misura integrale (al 100%).
Ad essere ritoccato è al contrario l’ultimo scaglione, con la rivalutazione che si applica al 22%, in luogo del 32% in vigore nel 2023.
Taglio pensioni: nuovi scaglioni di rivalutazione 2024
Con riguardo alle pensioni 2024 di importo complessivamente superiore a quattro volte il trattamento minimo Inps, la rivalutazione non si applica per intero ma secondo aliquote diverse, qui descritte:
Rivalutazione Legge di bilancio 2024 | Rivalutazione 2023 | Pensioni coinvolte | Importo di garanzia |
---|---|---|---|
85% | 85% | Trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo Inps | Per le pensioni di importo superiore a quattro volte il trattamento minimo Inps e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Per le pensioni di importo superiore a cinque volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dalla normativa, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato |
53% | 53% | Trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo Inps | Per le pensioni di importo superiore a sei volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante in base a quanto previsto dalla normativa, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato |
47% | 47% | Trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo Inps | Per le pensioni di importo superiore a dieci volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante in base a quanto previsto dalla normativa, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato |
Come anticipato, la rivalutazione, per l’anno 2024, è riconosciuta in misura pari al 22%, anziché al 32% per i trattamenti pensionistici superiori a dieci volte il trattamento minimo Inps.
La rivalutazione pensioni 2024
In Gazzetta Ufficiale del 29 novembre 2023 è stato pubblicato il Decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali datato 20 novembre 2023 sulla rivalutazione delle pensioni 2024 dovuta alla variazione indice Istat. Il provvedimento fissa:
- la percentuale di variazione (definitiva) per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022, in misura ad un +8,1% dal 1° gennaio 2023 (articolo 1);
- la variazione percentuale provvisoria per il calcolo della perequazione automatica delle pensioni, per l’anno 2023, in misura pari ad un +5,4% dal 1° gennaio 2024, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo (articolo 2).
Alla luce di quanto appena descritto, ecco i valori delle rivalutazioni degli anni precedenti:
Da notare che:
- la rivalutazione del +8,1% è definitiva in quanto calcolata con riguardo alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, senza tabacchi, tra il periodo gennaio – dicembre 2021 ed il periodo gennaio – dicembre 2022;
- la rivalutazione del +5,4% è provvisoria (riferita alle pensioni 2024) perché determinata in ragione della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, senza tabacchi, tra il periodo gennaio – dicembre 2022 ed il periodo gennaio – dicembre 2023, ipotizzando tuttavia, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023, una variazione dell’indice pari rispettivamente a -0,1, -0,2, +0,1.
Taglio pensioni 2024 con calcolo contributivo
Oltre alla questione delle rivalutazioni, c’è a che quello del sistema di calcolo adottato per chi deciderà di andare in pensione anticipata, con Quota 103 e Opzione Donna. Interessati anche alcuni comparti di lavoratori pubblici, anche se la premier Meloni ha assicurato che è allo studio una misura per modificare questa penalizzazione.
Nel mirino infatti l’articolo 33 del ddl bilancio. Le pensioni che verranno tagliate in questo caso sono quelle dei medici, gli ufficiali giudiziari, i dipendenti di enti locali e gli insegnanti di scuole materne e primarie parificate. Per loro gli assegno infatti ricalcolati interamente con il sistema contributivo puro, con perdite che potrebbero arrivare fino a 7000 euro l’anno.
Come assicurato dal governo comunque il taglio non colpirà che matura i requisiti per andare in pensione entro il 31 dicembre 2023, o chi andrà in pensione nel 2024, che sarà salvo e chi ha iniziato a versare contributi prima del 1981.
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Foto copertina: istock/Ralf Geithe
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