Gli investigatori inoltre, sul luogo del ritrovamento, hanno distinto e repertato tracce biologiche. A rendere noto l’importante, e forse risolutivo, reperimento ha parlato alla stampa il procuratore di Livorno Francesco De Leo. Il magistrato, nell’analisi, non sembra scartare l’ipotesi che la giovane possa aver subito violenza sessuale o tentativi di sopruso. Tra le informazioni sinora riportate è emerso anche che la giovane vittima sarebbe stata uccisa in un luogo distinto, anche se non lontano dal sito del ritrovamento, e poi sarebbe stata trascinata all’interno dell’uliveto. Collocare geograficamente il delitto in maniera precisa, secondo quanto svelato dal procuratore, non risulta ancora possibile, tuttavia si ipotizza come svolgimento “del tutto probabile” che la ragazza di 19 anni sia stata uccisa in un luogo non distante da dove poi concretamente è stata trovata, presumibilmente per nasconderne le tracce o in vista di occultarne il cadavere. Questa ricostruzione sembra connettersi al rilevamento di evidenti segni di trascinamento presenti sul terreno. Trascinamento che, secondo il parere degli inquirenti, potrebbe rappresentare anche la ragione per la cui la ragazza è stata lasciata con i pantaloni abbassati.
Lo strusciamento sul terreno potrebbe infatti aver causato implicitamente la scesa degli indumenti. Sempre secondo quanto riferito dal procuratore livornese, in attesa dei risultati dell’esame autoptico effettuato stamani, l’ora del decesso della giovane parrebbe collocarsi tra le 22.30 e la mezzanotte di mercoledì, 1° maggio. De Leo ha fatto sapere comunque che le ricerche non si placano, “si stanno continuando a sentire numerose persone“, tra familiari, amici, conoscenti e colleghi di lavoro della vittima. In particolare, uno dei misteri che le forze dell’ordine si pongono tra gli obiettivi primari da svelare riguarda il cellulare di Ilaria Leone. I carabinieri non sono infatti ancora riusciti a ritrovare il telefonino, per il momento l’ipotesi più gettonata, tenuta in considerazione, vuole che sia stato proprio l’assassino ad averlo portato via. Fino ad ora, sono stati ispezionati tutti i tabulati che potrebbero mostrare una rilevanza probatoria per l’identificazione della persona autrice della telefonata ricevuta da Ilaria, presumibilmente, proprio la sera dell’uccisione. La giovane è stata ritrovata senza documenti, con indosso soltanto gli indumenti da cuoca.
Questo è il motivo che ha condotto gli inquirenti, ieri mattina, a perlustrare i ristoranti presenti in paese con lo scopo di reperire qualcuno che, conoscendola, potesse offrire informazioni utili. Giunti alla Gramola, gli investigatori si sono fermati. È lì, infatti, che la giovane Ilaria prestava servizio, distante in linea d’aria soltanto trecento metri dal campo in cui è stata uccisa, chiaramente visibile dai tavolini allestiti all’aperto del locale. “Lavorava con noi dal 12 aprile, -ha rivelato Francesco- in questo periodo aveva il motorino dal meccanico e veniva a prenderla il fratello. In qualche occasione è stata accompagnata dai colleghi del ristorante“. Mercoledì sera Ilaria Leone avrebbe però declinato l’offerta di un passaggio, sostenendo che avrebbe fatto ritorno a Donoratico a piedi. Ai colleghi il rifiuto è sembrato un modo celato per evitare di dire che aveva in serbo un appuntamento con qualcuno. Anche agli inquirenti risulta incerto che la ragazza fosse davvero intenzionata a percorrere 6-7 chilometri a piedi dopo una lunga, ed estenuante, giornata di lavoro. I carabinieri continuano il setaccio delle testimonianze del paese per cercare qualcuno che abbia potuto notare che la vittima fosse effettivamente in compagnia di un’altra persona. Un testimone, al momento, ha rivelato di averla incontrata e di averle acceso una sigaretta poco dopo le ore 22. Un’altra ragazza, altresì, ha raccontato di aver telefonato ad Ilaria da una pizzeria della zona per invitarla ad unirsi ad un gruppo ristretto di amici, ma che la stessa aveva declinato l’invito dicendole che al momento si trovava impegnata.
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