Approvato dal Consiglio dei Ministri nei giorni precedenti l’elezione del presidente della Repubblica, quando, cioè, al timone erano stati temporaneamente avanzati i saggi di Napolitano, siamo al rush finale del Documento di programmazione economica e finanziaria.
Il calendario degli incontri è stato messo a punto successivamente alle approvazioni dalle due commissioni speciali che hanno adottato i provvedimenti più urgenti tra cui lo stesso Def e il pagamento dei debiti della Pa verso le imprese.
Così, gli organi consultivi di Camera e Senato si sono accordati per iniziare dalle associazioni di imprenditori e sindacati, ricevute lunedì, cui ha fatto seguito la rappresentanza, in successione, di Bankitalia, Corte dei Conti, Istat e Cnel. Naturalmente, parte in causa anche l’attuale ministro dell’Economia atteso a porre la sua firma in quello che, con ogni probabilità, sarà il suo ultimo atto da titolare del dicastero.
Dunque, gli incontri in programma per la stesura partecipata di un provvedimento cruciale soprattutto per i mesi a venire e per la capacità dello Stato di fare fronte alle emergenze economiche sono giunti al termine, ma il provvedimento è al momento congelato per essere posto all’esame di un esecutivo fortemente voluto dal Capo dello Stato in prima persona.
A questo punto, il ponte del 25 aprile, individuato per mettere a punto il testo nella sua versione finale, che doveva essere presentato al più tardi lunedì, quando in Aula era fissato il dibattito sul Def 2013, potrà essere un periodo interlocutorio in vista di un’analisi più approfondita nella settimana successiva.
Nel programma del Def sono inclusi 10 miliardi di tagli per ognuna delle due tranche messe in preventivo, insieme alle risorse fondamentali per assicurare una pensione ai 130mila esodati introdotti al trattamento pensionistico, oltre al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga.
Tra gli altri punti all’ordine del giorno, quindi, figurano la Tares e lo sbandierato rinvio della tassa sui rifiuti che dovrebbe abbattersi sui contribuenti il prossimo luglio. Senza dimenticare, poi, la conferma della crescita Iva per il prossimo luglio, già stabilita ai tempi della spending review, e ora al vaglio per un ulteriore slittamento a inizio 2014.
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