All’ottenimento del Documento unico di regolarità contributiva viene, pertanto, subordinata la prerogativa per le imprese di prendere parte alle gare d’appalto. Qualora la suddetta richiesta venisse avallata, dopo aver conseguito la certificazione del credito nei confronti della pubblica amministrazione, la singola impresa avrebbe così la possibilità di ottenere il Durc simultaneamente al momento di inoltro della richiesta stessa al fine di procurarsi la compensazione. Il meccanismo consentirebbe alle imprese di risultare idonee ai fini del Durc, non al momento della concreta compensazione debito-credito, che comporterebbe il mantenimento di una posizione di irregolarità sino all’effettivo pagamento, bensì nel momento stesso in cui la domanda di compensazione sarà inoltrata.
Giovanni Legnini ha evidenziato: “Una vera e propria rimessione in termini, quindi, volta ad andare incontro alle esigenze delle imprese in crisi, che non sono riuscite ad adempiere agli oneri tributari”. Parallelamente alla questione Durc, oggi, verranno presentate altre due proposte. La prima avrà a che fare con la possibilità che dovrebbe consentire di semplificare la procedura di ottenimento della certificazione del credito, senza la quale non si può conseguire né la compensazione effettiva né il Durc. Una riconsiderazione, dunque, del procedimento di controllo sull’accreditamento delle imprese e degli enti. La seconda proposta, invece, avrà ad oggetto la possibilità di estendere la compensazione anche ai debiti fiscali, così come richiesto a più riprese, in sede di audizione, dai rappresentanti delle diverse associazioni e categorie.
Attualmente, difatti, la compensazione tramite i debiti della pubblica amministrazione, è prevista esclusivamente in caso di accertamenti con adesione, inviti a comparire, acquiescenza, definizione sanzioni, conciliazioni giudiziali e mediazioni, emessi dall’Agenzia delle entrate. La medesima risulta, di contro, esclusa con debiti ordinari, ravvedimenti operosi ed avvisi d’irregolarità. Rispecchiando quanto proposto in sede di audizione, nello specifico dall’Associazione nazionale comuni italiani e dall’Unione province d’Italia, verrà anche avanzata la proposta atta ad allentare il patto di stabilità nei confronti dei comuni cosiddetti virtuosi, ossia quelli che hanno dimostrato di risultare in linea con i pagamenti.
“Un allentamento in questo senso -ha rimarcato Maurizio Bernardo- sarà possibile solo nel momento in cui, l’allentamento dei vincoli del patto, non si traduca in un’agevolazione per quei comuni che ancora non hanno pagato”. Con specifica attinenza al merito, ha specificato poi Bernardo “la proposta avanzata, sarà nel senso di prevedere un intervento correttivo, che non penalizzi, ma anzi agevoli tutti i comuni che, col rischio di dovere essere assoggettati al Patto di stabilità, si sono adoperati per essere adempienti”. Successivamente al termine di scadenza fissato per oggi, alle ore 13.00, in vista della proposizione degli emendamenti, si svolgerà domani e giovedì alle 16.00 la consecutiva disamina degli emendamenti avanzati. Con riguardo alla discussione in aula della versione definitiva del decreto pagamenti risulterà, infine, necessario attendere fino alla settimana del 6 maggio.
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