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Elisa Claps, al momento della scomparsa, avvenuta la mattina del 12 settembre 1993, aveva sedici anni ed era iscritta al terzo anno del liceo classico di Potenza. Ci sono voluti 17 anni dal momento dell’omicidio della giovane al rilevamento del cadavere, ritrovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità, ubicata nel centro cittadino.
L’edificio sacro era stato proprio il luogo dell’incontro avvenuto tra la ragazza ed un uomo, al tempo anch’egli un ragazzo, Danilo Restivo, rimasto sino ai nostri giorni il solo ed unico imputato per l’uccisione. Tra la schiera dei colpevolisti si è sempre distinta, forte, la voce della madre di Elisa, Filomena Iemma, la quale dopo essere venuta a conoscenza dell’ appuntamento della figlia con Restivo, ha da subito puntato il dito contro l’uomo.
Fu la donna stessa, infatti, ad intervenire ripetutamente sull’operato degli inquirenti, spingendoli ad indagare più a fondo sugli alibi avanzati da Restivo, tuttavia trovando le sue richieste una risposta inascoltata.
Danilo Restivo, dopo aver subito il 30 giugno 2011 la condanna all’ergastolo per l’assassinio di Heather Barnett, uccisa il 12 novembre 2002 a Charminster, un villaggio del Dorset (Inghilterra), dove da anni risiedeva il sospettato, è stato altresì condannato in primo grado l’11 novembre 2011, confermando le richieste dei pubblici ministeri, dai giudici del Tribunale di Salerno a 30 anni di carcere, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed alla libertà vigilata per tre anni a fine pena, in aggiunta alla predisposizione del versamento di 700.000 euro alla famiglia Claps a titolo d’indennizzo.
Il processo di appello è iniziato il 20 marzo 2013, con la partecipazione del condannato, il quale dall’11 marzo è stato temporaneamente estradato in Italia. Nonostante la sussistenza del verdetto a trent’anni, l’indagine della Procura di Salerno sulla scomparsa di Elisa Claps, sulle modalità del ritrovamento del cadavere e sulle presunte complicità di cui avrebbe goduto Restivo, resta ancora aperta.
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