E ancora più difficile sarà interpretarne le vicissitudini non tanto nei suoi mutevoli scenari, ma alla luce di quello che, normalmente invisibile e spesso irriconoscibile, stabilmente domina e muove la vita pubblica e al tempo stesso le sta sotto, e dietro, ma anche al lato e soprattutto a traverso. Là dove solo la cultura, la rettitudine e la curiosità spingono a volgere lo sguardo.”
Da queste poche righe voi capite quanto ci manca Eddy con le sue invenzioni letterarie che avrebbero descritto nelle forme più colorate l’attuale situazione italiana. Avrebbe sicuramente parlato di non fiducia e di governi in cerca di autore con saggi più o meno dotati di saggezza con sfumature di grigio sul capello di Quagliarello. E poi c’è tutto il mondo dei Grillini e del Casaleggio che così tanto per assonanza ricorda il nome di un formaggio di quel gran pezzo dell’Emilia. Ci mancano le sue piroette stilistiche che rendevano leggere giornate e notizie pesanti e così ingarbugliate che Manzoni avrebbe dovuto rivedere fatti e personaggi sugli sposi promessi sulla scorta di improbabili matrimoni della politica all’italiana. Chissà cosa avrebbe scritto ma soprattutto cosa avrebbe suggerito con la sua lungimiranza dentro le parole, dentro una metafora più o meno ironica ma di sicura incisiva per ricordarci la deriva economica e sociale. E come non pensare all’ultimo lavoro sull’Economia Giusta che contiene dei precetti e degli scenari che oggi stiamo vivendo. Una scrittura affascinante e lucida che conquista già dalle prime righe con la capacità di prevedere il futuro tipico di una mente aperta e fantasiosa.
Ci manca Berselli e ci manca tanto. E la crisi si sente ancora di più quando non si leggono costruttive parole per aiutarci a capire meglio il senso delle cose. Descrivere Berselli merita uno spazio molto più ampio e più dettagliato. Ma a tre anni dalla sua scomparsa ci piace solo dire: Caro Eddy, tre anni senza te,come è cambiato questo Paese!
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