No alle Commissioni.Grillo: i partiti temono il MoVimento 5 Stelle

Redazione 09/04/13
Le Commissioni non si insedieranno senza un governo che abbia ottenuto la fiducia dalle Aule parlamentari: la decisione presa in mattinata dalla riunione dei capigruppo indetta dal presidente del Senato Pietro Grasso ha provocato l’ira di Beppe Grillo, che dal proprio blog si scaglia contro Monti, Berlusconi e Bersani definendoli “golpisti”.

A pochi giorni dall’elezione del presidente della Repubblica, il clima si surriscalda. Dopo l’annuncio dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle di occupare le Camere questa sera dalle 18 alla mezzanotte, l’escamotage tentato a palazzo Madama per sbloccare la situazione non ha sortito gli effetti sperati dai grillini. E’ stato il capogruppo Pd, Luigi Zanda, in tarda mattinata, ad annunciarlo: “Si è convenuto a larga maggioranza che l’intreccio del meccanismo regolamentare e della prassi suggerisce di costituire le commissioni solo dopo la formazione del governo”.

Formula tortuosa che rivela un solo significato: il MoVimento 5 Stelle si rassegni, le Commissioni permanenti non entreranno in funzione finché non ci sarà un governo nella pienezza dei poteri.

Tesi, questa, che cozza pesantemente con la posizione di Beppe Grillo, il quale, già nei giorni delle consultazioni aveva ricordato come il Parlamento potesse legiferare anche in mancanza dell’esecutivo. Manca, però, ancora un tassello: la costituzione delle Commissioni, appunto, che il comico-blogger e i suoi seguaci reclamano al punto da minacciare azioni eclatanti come il sit in nelle Aule di stasera, dove verranno letti passi della Costituzione e del regolamento parlamentare per “rinfrescare la memoria” ai dirigenti degli altri partiti.

A Grillo, però, la decisione di congelare le Commissioni permanenti non è proprio andata giù. E con un post al vetriolo sulla pagina del proprio blog, attacca senza mezzi termini i dirigenti di Pd, Pdl e Scelta civica.“L’Italia non è più una repubblica parlamentare, come previsto dalla Costituzione, ma una repubblica partitica.”

L’atto d’accusa del comico genovese, poi spazia sugli ultimi anni, nei quali, a suo dire, si sarebbe consumata “La delegittimazione del Parlamento”. “Il Governo, che dovrebbe governare, ha di fatto sostituito l’attività parlamentare e legifera attraverso i decreti legge, che dovrebbero essere adottati SOLO in casi straordinari di necessità e urgenza dal Governo”.

Quindi, il funerale della Repubblica parlamentare, scrive Grillo, sarebbe avvenuto con l’entrata in vigore del Porcellum, attraverso cui si è verificata “la nomina diretta dei parlamentari da parte dei segretari di partito”. Poi, nell’intervento del leader, trova spazio l’attualità, con le ragioni che starebbero dietro al no alle Commissioni: “Il M5S che vuole avviare al più presto una serie di leggi che per pdl e pdmenoelle sono come l’aglio per i vampiri. Legge sul conflitto di interessi, legge anti corruzione, applicazione della legge sulla ineleggibilità, legge per togliere con effetto retroattivo da questa legislatura il finanziamento pubblico ai partiti”.

Ecco spiegata, dunque, al ritrosia dei partiti tradizionali all’istituzione degli organi consultivi ai gruppi parlamentari: “Commissioni subito o partiti commissariati. Il Parlamento deve ritornare a essere sovrano.“, chiude Grillo.

Redazione

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