L’annuncio è giunto alla conclusione del consiglio dei ministri, viene incontro alle richieste degli industriali alla cui testa c’è Giorgio Squinzi ed è successivo all’apertura della Commissione Ue all’uso dei fondo pubblici per coprire i debiti nei riguardi delle imprese. Le misure che il governo mira ad assumere sono destinate ad immettere liquidità nel sistema economico e riguardano le Amministrazioni centrali, gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale.
Immediata la sponda del Parlamento con il presidente del Senato Pietro Grasso che alla fine dell’incontro con la delegazione dell’Anci guidata da Graziano Delrio afferma di essere pronto a tutto per “far funzionare il Parlamento” in modo che l’iter legislativo venga portato a termine velocemente. Proprio in mattinata il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, aveva affermato che “tutti i Comuni da Nord a Sud” erano pronti a “sforare il Patto di stabilità se il Governo tra oggi e domani non sbloccherà i fondi” dopo che ieri la provincia di Nuoro – tra le altre – aveva annunciato di aver finito la liquidità.
E, nel frattempo, la Commissione europea ha ripetuto di essere in attesa del piano italano “per il pagamento dei debiti pregressi e le stime aggiornate sul loro ammontare complessivo”. I pagamenti degli arretrati – ha aggiunto il vice presidente Antonio Tajani – possono essere fatti rapidamente “senza violare il Patto di stabilità: la presentazione del piano è particolarmente urgente ed essenziale per garantire alle imprese di far fronte alla crisi, evitare fallimenti e licenziamenti, ridare liquidità e accesso al credito”.
Successivamente all’annuncio, il ministro del Tesoro, Vittorio Grilli, ha reso note le nuove stime per il 2013 a partire dal deficit che viene rivisto dal Governo al 2,4% (più uno 0,5% aggiuntivo per accelerare il pagamento delle spese della P.a.) e quindi al 2,9%: “La nostra proposta – ha continuato Grilli – è di aumentare il nostro debito potenziale di 20 miliardi per ciascun anno, nel 2013 e nel 2014, per creare la disponibilità di cassa per pagare” le spese. Uno sforzo giustificato anche dall’obiettivo di tornare a crescere dal 2014 con l’obiettivo di recuperare l’1,3%, mentre quest’anno il Pil calerà dell’1,3% (0,2% la precedente stima. Nel 2012 il calo è stato del 2,4 per cento).
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