A seguito della
riforma previdenziale definita con il
decreto 201/2011, è stato predisposto un
primo intervento di salvaguardia per tutelare 65mila lavoratori rimasti fortemente penalizzati dalle nuove direttive. A seguito della pubblicazione del
decreto ministeriale 1^ giugno 2012, sono poi iniziate le procedure di monitoraggio atte a controllare il
possesso dei requisiti richiesti ai lavoratori e la definizione delle
liste di salvaguardia. Questa operazione, sfortunatamente, sembra ancora non essersi conclusa, pur a fronte del fatto che alcuni soggetti abbiano già maturato la decorenza. Prima con la previsione della
normativa 135/2012, l’oramai arcinota manovra di
spending review, e poi tramite il
decreto ministeriale dell’8 ottobre 2012, hanno trovato legittima definizione le regole per la salvaguardia di altri
55mila lavoratori, i cui rispettivi procedimenti di tutela hanno preso avvio soltanto un paio di mesi fa dal momento che lo stesso
Dm è stato pubblicato in
Gazzetta Ufficiale con evidente ritardo, il
21 gennaio scorso. La conclusione delle procedure per giungere all’effettiva salvaguardia, auspicando la migliore delle aspettative, potrà arrivare in estate in virtù del fatto che gli stessi diretti interessati hanno
tempo sino al 21 maggio per spedire le
domande agli uffici competenti dell’amministrazione. Con riguardo al secondo gruppo di lavoratori, l’
Inps ha infatti precisato ieri, con
circolare 4678, che saranno le stesse
sedi territoriali ha riesaminare le
posizioni dei lavoratori in mobilità, di quelli
a carico dei fondi di solidarietà, degli
autorizzati alla contribuzione volontaria (lettere da a) a d)dell’art. 2 comma 1, Dm 1 giugno 2012), vagliando dunque tutti i requisiti considerati necessari all’inclusione nella
salvaguardia prevista dalla legge 135/2012. I
cessati le cui domande di beneficio hanno ricevuto l’accoglienza delle commissioni istituite presso le direzioni territoriali del Lavoro, e che tuttavia sono rimasti
esclusi dal primo gruppo comprensivo dei 65mila, sono così tenuti a
presentare domanda secondo quanto previsto per il secondo scaglione dei 55mila. La
domanda precedente risulta
inidonea per l’inserimento automatico nella
lista dei potenziali nuovi salvaguardati. L’indicazione fornita dall’istituto previdenzioale suona quanto meno prevedibile dal momento che la
legge 135/2012 ha sancito l’ampliamento temporale delle tutele già previste con la
norma 214/2011, oggi formalmente ufficiale. Ciò nonostante rimane ancora
sconosciuto il numero dei lavoratori, all’interno dei primi 65mila, che è stato escluso, pur esibendo qualità valide ed equipollenti. Né l’
Inps né il
Ministero del Lavoro forniscono al riguardo delucidazioni dettagliate e precise. Così come non si annoverano chiarimenti riguardo lo
stato evolutivo delle procedure di invio delle missive di conferma dell’
avvenuta ammissione alla salvaguardia per i 65mila iniziali. Dal momento poi che i
cessati esclusi dal primo gruppo, come già notificato, avranno tempo fino al
21 maggio per presentare la nuova domanda, sarebbe estremamente utile sapere ora se l’iter d’invio ha avuto conclusione o quando viceversa si presume terminarlo.
Il messaggio diffuso ieri dall’istituto, numero 4678, allega inoltre alcune indicazioni circa le
procedure da seguire per la salvaguardia dei 55mila: in merito di lavoratori oggetto di accordi stipulati in sede governativa per la gestione delle eccedenze occupazionali con ammortizzatori sociali si mette in evidenza come già entro il
20 febbraio 2013 le
aziende avrebbero dovuto trasmettere all’Inps
l’elenco dei lavoratori licenziati entro il 31 dicembre 2012. La disposizione dell’istituto di previdenza sembra tuttavia andare contro a quanto recentemente previsto in materia dal
Ministero del Lavoro, il quale in data
8 marzo ha precisato che
tale scadenza non risulta operativa. Per quei
lavoratori che sono in carico ai fondi di solidarietà, nei confronti dei quali con
messaggio 3771 l’
Inps ha comunicato l’esaurimento dei posti in disponibilità, salvo verifiche in corso, si preannuncia che potranno essere valutate anche le
domande previdenti la pensionein deroga con decorrenza dopo il 31 dicembre 2019. In conclusione, precisa l’Inps, per le categorie di
lavoratori che sono chiamati a perfezionare la
decorrenza della pensione entro il trentaseiesimo mese successivo al 6 dicembre 2011, la nuova data di limite prevista è il
6 gennaio 2015.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento