Un uomo – prima che un santo – che io adoro.
Perché predicava la povertà, ed io ho sempre amato i poveri …
Perché amava gli animali, ed io venero gli animali ….
Perché rispettava la natura, ed io vivo in simbiosi con la natura ….
Perché era un missionario, ed io ho sempre considerati i missionari degli spiriti eletti …
Ero a Roma la sera della elezione di Papa Francesco. A San Pietro. Per caso.
Non amo né chiese, né clero, né Vaticano. Ero lì a vedere come usciva il fumo – sicura che fosse nero – dal comignolo del conclave.
Quando è uscito dal balcone, con un semplice vestito bianco, a salutarci con un semplice buonasera, ed a chiederci di recitare insieme un semplice Padre Nostro, ho capito subito che era diverso.
Quando poi ho compreso (la confusione della folla rendeva tutto ovattato ed indecifrabile) che aveva scelto il nome di Francesco, ho cominciato ad amarlo davvero, esattamente come ho sempre amato il mio San Francesco.
La scelta di non indossare la pomposa mantellina ricamata, di mettere sul vestito la croce di ferro, di andare a trovare i malati di un ospedale con una autovettura “normale”, di scherzare con i giornalisti sui cardinali che gli consigliavano di scegliere nomi più altisonanti come Adriano o Clemente, di dire pubblicamente che desidererebbe una chiesa povera al servizio dei poveri …. beh, non ho alcun dubbio che Papa Francesco stia iniziando a cambiare la storia della Chiesa.
Non importa che sia contrario ai matrimoni gay, all’aborto, alla fecondazione artificiale, a tutti quei sacrosanti diritti di noi popolo laico.
Papa Francesco è un prete. E non spetta ad un prete decidere queste cose. Non ci si può aspettare questo da un prete. Non si può pretendere da un prete quello che un prete non potrà mai accettare, né tantomeno farlo pubblicamente.
O dovremmo forse credere al diavolo come fanno loro? Io non ci credo certo, ma che importa ….
Da un prete si ha diritto di aspettarsi altre cose, ad esempio la meravigliosa eredità umanitaria che ci ha lasciato Francesco d’Assisi: semplicità, spirito di sacrificio, umanità, amore per gli uomini, per gli animali e per la natura, indifferenza per le cose materiali, evangelizzazione dello spirito cristiano vero.
Se Papa Francesco riuscirà a scalfire, anche di poco, quel muro di esagerati potere e ricchezza tipici del mondo vaticano sarà – di per sé solo – un evento assolutamente memorabile.
Se poi riuscirà ad accendere nell’animo di tanti suoi ricchi colleghi di chiesa, e di troppi fedeli di mera facciata, un piccolo barlume di reale spirito francescano, avrà certamente vinto una battaglia, ad oggi tendenzialmente persa, con il mondo e con la storia.
Io ci credo. E tifo con tutto il cuore per Lui.
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