Gli Enti impositori perdono in primo grado con la percentuale del 44,23%, vincono nel 21,38% dei casi e “pareggiano” (parziale accoglimento del ricorso) nel 34,39% delle controversie.
Il giudice di seconda istanza, invece, dà ragione alla Pubblica Amministrazione nel 39,32% delle controversie ed al contribuente nel 40,64% dei casi. Con esiti differenti si conclude il restante 20,05% dei ricorsi.
I dati sono estrapolati dalla relazione presentata dal Presidente della Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, Umberto Puglisi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2013.
Nell’ultimo anno esaminato (1 luglio 2011 – 30 giugno 2012) le contestazioni all’operato degli enti impositori sono passate da 52.817 a 42.116.
La contrazione, pari al 20%, può essere in parte giustificata dall’introduzione, anche nel contenzioso tributario, del contributo unificato.
Meno ricorsi ma parti più ostinate e determinate. Gli appelli in secondo grado sono, infatti, aumentati passando da 17.048 procedimenti dell’anno precedente a 18.952 del periodo in considerazione.
La maggior parte dei ricorsi (73%) è proposta avverso l’Agenzia delle entrate ed hanno come oggetto tributi statali, ma un significativo aumento si è registrato anche rispetto ai tributi locali, passati dal 12,4 al 19,4%.
L’aumento delle controversie in cui sono parte i Comuni è ancora più evidente in secondo grado. Le Commissioni Tributarie Regionali hanno visto aumentare gli appelli sulla fiscalità locale dall’8,3% al 26,5%.
La restante parte dei ricorsi attiene a violazioni formali e sono proposti contro i concessionari della riscossione.
La provincia che ha ricevuto il maggior numero di controversie è quella di Catania (13.878), seguita a debita distanza da Palermo (6.688) e da Messina (6.176). Le Commissione Tributarie Provinciali con meno ricorsi sono Caltanissetta (1.178) e Trapani (1.230).
In favore del contribuente sono state decise, in primo grado, 17.101 controversie.
La Commissione Provinciale più “amica” del ricorrente è quella di Enna (66,45%), seguita da Trapani (52,64%) e Siracusa (47,39%). Quelle dove il contribuente ha vinto meno sono Palermo (27,29%) e Caltanissetta (28%).
In secondo grado sono state decise 3.871 controversie, di cui 1573 in favore del contribuente, 1522 pro Amministrazione e 776 con altri esiti percentuali.
La sezione staccata più favorevole alle istanze del ricorrente è stata quella di Catania (48,95%), quella meno favorevole Caltanissetta (29,12%).
“Si tratta – ha dichiarato Puglisi – di risultati abbastanza stabili ed equilibrati, in quanto la percentuale di decisioni a favore del contribuente è maggior nel giudizio di primo grado, in cui il ricorso è proposto sempre dalla parte, mentre diminuisce nel secondo grado, in cui l’appello proviene, in buona misura, anche dall’Amministrazione, rimasta soccombente in primo grado”.
Secondo il Presidente della Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, l’impianto della giustizia tributaria, fondato sul contributo di soggetti provenienti dalla magistratura ordinaria e di “giudici laici” (provenienti da diverse professioni), è ancora complessivamente valido e non merita di essere stravolto.
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