Dall’Osso non si è fermato qui, e facendosi prendere dall’euforia ‘pro-voto’ di segno evidentemente grillino ha proseguito: “Il voto è valido solo se la matita è stata umettata”. La citazione finale è riservata al commento di una sentenza del Consiglio di Stato: “In ogni modo le inventeranno tutte per annullarci il voto e se fate il segno con la matita in modo leggero poi si cancella”. La polemica non si è placata qui, prendendo risvolti ulteriori per certi aspetti assai più gravi. La Rete ha infatti contribuito a smascherare altri presunti grillini che dopo aver esercitato il diritto di voto, con cellulare alla mano, hanno fotografato la rispettiva scheda ‘bollata’ inserendone il post su diversi social network.
Nel pomeriggio di ieri anche i profili Fb di altri due soggetti vicini al movimento di protesta sono stati attraversati, se pur per breve tempo, da altrettante fotografie comprovanti il voto ‘di fedeltà’ a Grillo. La celerità con cui le immagini sono state rimosse non è bastata ad evitare la bufera in Rete, scatenando centinaia di commenti. La prima foto è stata pubblicata dal profilo intestato a Roberto Buri, un attivista Cinque Stelle della provincia di Bolzano. Non si è lasciato spazio ad interpretazioni, l’immagine ha mostrato chiaramente sia la scheda per la Camera che quella per il Senato con in evidente rilievo la scelta: croce sul M5s. Il tutto associato alla richiesta “Si può?“.
A dir la verità proprio no, la pubblicazione su internet della propria scheda elettorale con tanto di voto annesso potrebbe non soltanto invalidarne l’autenticità bensì far incorrere in sanzioni penali. Il codice al riguardo è intransigente, chiamando in causa il reato di “voto di scambio”. Ad aggravare la posizione dei ‘fan’ pro-Grillo intervengono i social network: Facebook tracciando la localizzazione di ogni foto, rende facile l’identificazione del mittente per eventuali denunce. Non sono mancati i consigli da parte di altri sostenitori grillini, Alessandro Pusceddu per esempio ha commentato esplicito: “Conviene rimuovere subito…non facciamoci fregare…stanno aspettando i passi falsi“.
La foto del voto a Cinque Stelle è stata postata anche dal profilo di Amedeo Sollazzo, in provincia di Bari: pure il caso pugliese si rivolge in piena regola all’illecito del “voto di scambio” . Lo scatto riprende infatti sia la scheda per il Senato che quella per la Camera ed è accompagnata dallo slogan lanciato da Grillo venerdì sera dal palco di San Giovanni: “Mandiamoli tutti a casa!!!“. Facebook non è il solo luogo del misfatto, le foto delle schede elettorali con il voto al M5s hanno fatto apparizione anche su Instagram, social di primo piano per quanto riguarda appunto la pubblicazione degli scatti personali degli utenti.
Lo ha fatto ad esempio un certo Vincenzo Bossa, il quale, prima di procedere alla cancellazione, ha tentato di difendere il proprio gesto dichiarando: “non capisco cosa ci sia di sbagliato nel pubblicare la foto del proprio voto”. A spiegarglielo è intervenuto Vito Crimi, candidato del Movimento in Lombardia: “Voi lo fate per entusiasmo ma non potete dimostrare di non averlo fatto perché magari costretti da un voto di scambio. Fate attenzione, mi raccomando“.
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