Testo e video della canzone di Celentano: sì al voto, meglio se per Grillo

Letizia Pieri 20/02/13
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Lo spauracchio pre-elettorale di Adriano Celentano si presenta in perfetto tempismo, abbracciando uno “squisito” intento politico. Per quest’anno l’acclamato cantautore italiano, saltando il palco di Sanremo e scartando eventuali programmi televisivi, ha deciso di esporsi con una semplice canzone. Trattasi, meglio di una sorta di “arringa” musicata.

Il titolo: Se non voti, ti fai del male!. Un brano lungo sei minuti che risponde al manifesto obiettivo di calcare sul dovere e sull’obbligatorietà  del voto (“se non voti non cambia niente”). Tra le righe, la finalità poco più celata sembra invece quella di orientare la rotta dell’elettorato italiano verso il movimento di Beppe Grillo. Il riferimento canoro all’ onda  nuova che è partita dal niente e come una valanga sta avanzando, come un ciclone, per abbattere il marcio della nazione” pare, infatti, un chiaro endorsement al Movimento Cinque Stelle.

La canzone, presentando una situazione nazionale disastrata che necessita di radicali ricostruzioni, sembra avvicinarsi anche nella prosa alla durezza esplicativa, da sempre, nota distintiva propria della comunicazione “grillina”. A dimostrazione, proprio ieri, lo stesso Grillo in uno dei suoi post, urla agli avversari “Arrendetevi! Siete circondati dal popolo italiano“.

Se non voti, ti fai del male!parte con una sprezzante disamina sulle recenti problematiche italiane, a partire dal femminicidio (“Governi che abbandonano le donne. Sono più di cento in un anno le donne che vengono assassinate da mariti e padri, pazzi di gelosia, senza un filo di dignità”), e passando per le critiche al federalismo ed alla cementificazione (“l’Italia ormai è ridotta una lastra di cemento come una coltre funebre, sulle quali si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione”).

La citazione prosegue con i riferimenti al Molise, massacrato da “fantasmi eolici”, e a Venezia, sciupata da “mostri, orribili navi che sembrano palazzi e che devastano la laguna”. Non manca nemmeno il nesso-Chiesa, mediante un enigmatico richiamo ai recenti  risvolti dimissionari di Benedetto XVI: “Non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore, per salvare il suo gregge, scuote la terra degli scandali, riemergono purtroppo parole pericolose come condono tombale. E da qui si capisce che i politici sono lontani anni luce dal capire quali siano davvero i motivi di questa crisi”.

L’epilogo, leggermente apocalittico, che si prospetta è dunque quello di “cancellare tutto ciò che ci rattrista, stracciare il brutto dell‘Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi, piena di errori, ma soprattutto piena di inganni». Secondo Celentano l’unico modo per superare con successo la crisi è quello di avviare la concreta riedificazione delle fondamenta politico-sociali del Paese, impiantandone di nuove e più giuste, magari grilline.

L’impatto che il brano, fino ad ora, sembra suscitare sull’opinione pubblica non è così eclatante. Il lancio, però è ancora fresco; bisognerà aspettare se sarà o meno confermata la presenza del Molleggiato nell’ultima tappa dello Tsunami Tour del Movimento Cinque Stelle, il 22 febbraio, sul palco di Piazza San Giovanni a Roma per la chiusura della campagna elettorale di Grillo.

 

Il testo:

Se non voti ti fai del male
Se non voti ti fai del male

Eh mi vuoi dire per quale partito io dovrei votare

Se non voti ti fai del male

Loro promettono solo bugie

Se non voti ti fai del male

E ormai la politica è come lo sport
facciamo il tifo per chi ci tradisce

Se non voti ti fai del male

Non più male di quei governi che abbandonano le donne
Sono più di cento in un anno le donne che muoiono assassinate

Se non voti ti fai del male

Da quei mariti e padri pazzi di gelosia

Se non voti ti fai del male

Merde senza un filo di dignità

E poi c’è anche il Molise che stanno uccidendo
Bombardato come un gruviera

Se non voti ti fai del male

Da quei fantasmi eolici che muovono il vento

Se non voti ti fai del male

E se ne va un altro pezzo d’Italia
È la fine dei paesaggi

Se non voti ti fai del male

Ma pare che ancora non basterà
Per distruggerlo del tutto
Il tanto ambito federalismo
Altre eliche sulle pale farà girar

Certo non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore per salvare il suo gregge scuote la terra degli scandali riemergono purtroppo parole pericolose, parole come… condono tombale.

E da qui si intuisce chiaramente che i politici sono lontani anni luce dal capire quali siano davvero i motivi di questa crisi. Eppure ci camminano sopra. L’Italia è ormai ridotta ad una lastra di cemento, pari ad una coltre funebre sulla quale si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione.

E quindi cosa facciamo?

Non c’è altro mezzo per risolvere la crisi, dobbiamo cancellare tutto ciò che ci rattrista, stracciare il brutto dell’Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi e piena di errori, ma soprattutto piena di inganni. Quindi non ci rimane che riscrivere la storia del nostro Paese e rifarlo da capo, cioè ricostruirlo da capo, ricostruirlo fisicamente… da capo.

Se non voti non cambia niente
Se non voti ritornano ancora

Se non voti ti fai del male

Più male di così ci stanno rubando il mondo

Se non voti ti fai del male

Però si dice in giro che fra i partiti c’è
C’è un’onda nuova che è partita dal niente
E come una valanga
Sta avanzando come un ciclone
Per abbattere il marcio della nazione

Se non voti ti fai del male

Eee fino a quando il Comune di Venezia
Non fermerà quei mostri
Che galleggiano giganteschi
Orribili navi che sembrano palazzi
Che devastano la laguna

Ma i politici non si accorgono
Che quando la bellezza morirà
Loro saranno i primi a sprofondare

Se non voti ti fai del male

 

Letizia Pieri

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