Microsoft torna all’attacco. Stavolta nel mirino c’è Gmail

Violetta Lima 19/02/13
Microsoft torna a far parlare di sé, però stavolta non si tratta della promozione in prima battuta di un prodotto “casalingo”, quanto della denigrazione di un prodotto altrui: Gmail.

Il colosso statunitense ha infatti creato da poco il sito Scroogled.com in cui avvisa, generosamente, gli utenti di Gmail della presunta violazione della privacy compiuta, ai loro danni, da Google. Tutto è studiato per mettere in allarme, dalla grafica rossa con segni di pericolo lampeggianti, a grandi scritte intimidatorie. E l’allarme non si limita agli utenti di Gmail, ma è esteso anche a chi invia email ad indirizzi che usufruiscono del servizio di Google incriminato.

Peccato, però, che questa strategia ai giorni d’oggi risulti piuttosto datata e per nulla al passo con i tempi…insomma, ricorda un po’ i primi anni del 2000.

Riflettiamoci bene: il tema della violazione della privacy è ormai un argomento molto scottante e attuale, affrontato quasi quotidianamente a seguito del lancio di nuovi servizi e app. Ogni utente oggi sa che per accedere ad un servizio, per scaricare un’app, dovrà passare attraverso una serie di autorizzazioni e dovrà decidere cosa varrà la pena cedere, in termini di dati personali, in cambio del suddetto servizio.

Per Gmail il discorso è diverso: non si tratta di acquisire dati leggendo le nostre mail, quanto di analizzarne il contenuto alla ricerca di parole chiave a cui ricollegare degli ads sempre più mirati.

Ma perché Microsoft avrebbe preso di mira proprio Gmail?

Un po’ di numeri: Gmail ha più di 425 milioni di utenti, molti dei quali guadagnati a scapito di Hotmail (360 milioni), Yahoo e Outlook. Scroogled.com ha proprio l’intento di promuovere Outlook, con un link diretto alla registrazione e una presunta “petizione” da firmare per chiedere a Google di smettere di inviare annunci personalizzati sulla base del contenuto delle mail (petizione che però sa tanto di un pretesto per raccogliere dati di potenziali utenti).

In realtà il tutto suona come un tentativo un po’ disperato e ingenuo allo stesso tempo.

In fondo, la peggiore cosa che possa succedere agli utenti di Gmail, in cambio di un servizio migliore, è quella di ricevere degli ads molto più specifici…un do ut des tollerabile, no?

Violetta Lima

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