Il provvedimento, che rispecchia a pieno titolo la linea politica di ridimensionamento dell’università pubblica, restringendo gli accessi tramite vagli selettivi più rigidamente severi con conseguente calo delle borse di studio, è piovuto come una manna dal cielo sulle associazioni studentesche.
L’anticipazione dei test a luglio 2013, e perfino ad aprile 2014, sembra rispondere al manifesto obiettivo di ostracizzare l’esaustiva preparazione dei diplomandi sulle prove in cui saranno chiamati a cimentarsi dopo la maturità, in materie mai sostenute prima, scoraggiandoli dunque dall’intraprendere specifici percorsi.
Troverà attuazione anche il decreto Fioroni-Mussi, che anticipando la previsione di un bonus (10 punti su 100) sul punteggio dei test d’ingresso, tende a ricompensare gli studenti più meritevoli. La manovra sembra a tutto tondo una mirata incentivazione alla competizione, esonerandosi dalla valutazione sia della qualità della scuola di provenienza, sia dello status sociale del singolo studente, che dei criteri posti alla base del voto finale.
Gli studenti si pronunciano già totalmente contrari al tentativo, cominciato da Pd, proseguito da Pdl e perfezionato dal governo Monti, di europeizzare le dinamiche d’ammissione all’università italiana, criticando le possibili “sfrangiature” che la manovra potrebbe apportare incompatibilmente al diritto allo studio.
Il ministero non sembra desistere e rende pubbliche sul sito le date dei test: 23 luglio per le facoltà di medicina ed odontoiatria, 24 luglio per veterinaria, 25 luglio per architettura; rimandato, di contro, al 4 settembre l’appuntamento per l’ingresso ai corsi sanitari. Le iscrizioni partono già da lunedì e proseguono fino al 20 marzo.
Per il biennio 2014-2015, poi, Profumo ha stabilito un’ulteriore anticipazione: gli studenti italiani si conformeranno così a quelli di lingua inglese, dovendosi cimentare nelle prove per i corsi di medicina, veterinaria e architettura nel mese di aprile, più precisamente dall’8 al 10, e per le facoltà sanitarie il 3 settembre.
“Questo è l’ennesimo blitz di Profumo” commenta Luca Spadon, portavoce nazionale di link coordinamento universitario. A dare manforte interviene anche Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, qualificando l’ordinanza come “scandalosa”. “Siamo sconvolti dalla pubblicazione di questo decreto –sostiene Roberto Campanelli, coordinatore dell’Unione degli studenti, aggiungendosi al coro dei contestatori- ci domandiamo come potranno prepararsi gli studenti che in molti casi hanno terminato le prove di maturità da una settimana, se non da pochi giorni”.
A placare gli animi interviene lo stesso ministro Profumo che si dice proiettato a porre il sistema d’ingresso universitario italiano sullo stesso “livello degli altri Paesi” rendendo allo stesso modo “più appetibile l’università italiana per gli studenti stranieri”. Il provvedimento, stando al parere del ministro, “consentirà di completare prima le graduatorie e quindi di avviare in modo regolare l’anno accademico; permetterà agli studenti che non passano la selezione di poter scegliere con calma un eventuale altro corso di studi; mette chi supera il test nelle condizioni di organizzarsi in caso di trasferimento ad altra città”.
Il fronte universitario nostrano tuttavia rimane scettico. Il tentativo di uniformarsi agli standard europei è certamente nota di merito; il rischio paventato e concreto resta comunque quello che anche gli studenti più lodevoli, proprio quelli più avvantaggiati dal recente disposto, corrano il rischio di non farcela per mancanza di tempo.
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