Elezioni politiche 2013, Grillo dietro Bersani, crolla la fiducia nei partiti

Redazione 08/02/13
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Nelle ultime ore dei sondaggi, non ci sono soltanto le percentuali delle coalizioni a tenere banco. Ormai, come si sa, le opinioni sono una merce misurabile e, in questo, la politica riveste una centralità assoluta.

Dunque, oltre alle formazioni e ai loro assembramenti elettorali, è importante capire anche quale appeal detengano i singoli esponenti nei confronti dell’elettorato e, in generale, quali siano le percentuali di credibilità detenute dai partiti in competizione alla contesa del 24 e 25 febbraio.

A monitorare, in questa fase centrale della caccia al voto, l’andamento della fiducia nei singoli leader è stato il centro di ricerca Swg, che ha steso il suo quadro conclusivo sugli indici di affidabilità che gli italiani riscontrano nei capipartito.

Così, eccoci di fronte alla prima, clamorosa sorpresa: a insidiare la leadership di Pier Luigi Bersani – primo al 17% di fiducia riscontrata – è addirittura Beppe Grillo, che lo insegue al 16% di giudizi favorevoli.

Il comico a capo del MoVimento 5 Stelle ha messo la freccia su Berlusconi, che appena una settimana fa si era reso protagonista di un recupero clamoroso nel dato sulla fiducia, addirittura sopravanzando Bersani. Ora, però, il Cavaliere arretra addirittura del 3% nella fiducia da parte dell’opinione pubblica: ulteriore conferma che le forzature su rimborso Imu, condoni tombali e altre promesse shock, non abbiano portato nuova acqua al mulino del centrodestra.

Ora, infatti, Berlusconi è appaiato a Mario Monti sull’indicatore “confidence” dell’istituto Swg, mentre solo sette giorni fa lo staccava di 3 punti percentuali. Cresce, tra le “seconde linee” di questa campagna, l’affidabilità assegnata a Oscar Giannino, che sorpassa Antonio Ingroia in questa speciale classifica.

A ben vedere, però, il vero fattore dominante non sta in questo o quel politico, ma in una convinzione che, ormai, pare essere sempre più diffusa nel clima elettorale: “Non ho fiducia in nessun politico è l’opzione ancora più gettonata dagli intervistati, in misura del 25%.

Un panorama non proprio esaltante per i nostri candidati, in cerca di visibilità, ma in debito verso un elettorato che pare aver smarrito il senso di  appartenenza politica.

Quadro confermato anche da alcuni recenti sondaggi condotti da Ispo, che ha attestato un crollo della credibilità delle formazioni politiche proprio nel recente periodo.

Dal seppur magro 12% di fiducia incamerato a ottobre, ora, nel momento in cui i partiti dovrebbero godere della massima popolarità, a pochi giorni da un voto che si preannuncia combattutissimo, siamo passati all’8%, rapportato allo schiacciante 91% che afferma di avere “poca” o anche “pochissima” fiducia.

I partiti e i loro candidati, terranno conto di questi dati nella fase finale della campagna? Saranno capaci di riacquistare quel minimo di credibilità necessaria a legittimare all’opinione pubblica non tanto il risultato del voto, ma anche le scelte che verranno operate successivamente? Senza dubbio, le proporzioni sono talmente schiaccianti che un esame di coscienza tra le varie segreterie sarebbe tutt’altro che sconsigliato.

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