Più volte, si è accennato a misure drastiche, così come a leggi o leggine per ridefinire la durata dei processi, per limitare le intercettazioni, per cambiare i termini di prescrizione e via dicendo: ambiti esplosivi, che hanno sempre accompagnato le proposte di nuove normative a furenti polemiche.
Non ha fatto specie forse l’unico, vero riassetto dell’impalcatura della giustizia andato a buon fine negli ultimi tempi, quello, cioé, varato dal ministro Severino nell’orbita della spending review, che ha portato alla scomparsa di circa 300 uffici dei Giudici di pace e la soppressione dei cosiddetti “tribunalini”.
Eppure, tra tempi biblici di attesa delle sentenze – soprattutto sul fronte civile – e carceri in perenne sovraffollamento – ricordiamo a tal proposito la recente condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo – quella giudiziaria non può assolutamente essere esclusa dal novero delle emergenze del Paese. Su questo, per lo meno, le forze politiche sono tutte concordi.
Così, con le elezioni alle porte, i vari schieramenti in campo dedicano ampio spazio dei loro programmi a questo tema, sul quale emergono visioni magari in forte contrasto, ma concordi su un unico, fondamentale punto di fondo: la giustizia è una priorità del Paese.
Centrosinistra: la coalizione guidata da Pier Luigi Bersani presenta una carta d’intenti dettagliata per l’universo giustizia, affrontando tante delle questioni centrali che spesso si ripropongono. Innanzitutto, viene posto l’accento sulla necessità di un ripensamento globale dell’architettura, per dare vita a una “rivoluzione graduale e condivisa, una Costituente della Giustizia“. Questo, quantomeno, per il lungo periodo. Per l’immediato, invece il Partito democratico si fa portavoce dell’urgenza di stilare un calendario per le cause civili, con l’indicazione di precisi termini di decadenza. Inoltre, viene postulata l’irrinunciabilità di allargare anche ai Giudici di pace residui l’incompatibilità territoriale. Passando al penale, quindi, notiamo come sul centrosinistra prevalga la linea di ribadire l‘obbligatorietà del’azione, impostando, però, l’archiviazione delle accuse anche qualora queste si rivelino particolarmente flebili o, ancora, si sia manifestata “irrilevanza penale del fatto”. Inoltre, si avanza l’ipotesi di rivedere l’iter di custodia cautelare che spesso riempie oltremodo le carceri di tanti in attesa di giudizio; sempre in tema carceri, viene proposto di assumere più addetti di Polizia penitenziaria, assistenti sociali, psicologi. Inoltre, Bersani e i suoi spingono per un’ulteriore digitalizzazione degli atti processuali, proponendo infine, per la magistratura, l’istituzione di un organo di controllo sul rispetto dei doveri da parte dei suoi aderenti.
Centrodestra: come noto, Silvio Berlusconi, vuoi per coinvolgimenti personali, vuoi per reale convinzione, ha sempre manifestato la volontà di cambiare radicalmente la giustizia. A questo proposito, il Pdl enuncia 13 punti indispensabili per affrontare una volta per tutte il nodo del sistema giudiziario. Alcuni tra gli intendimenti del partito del Cavaliere, sono noti da tempo: separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, responsabilità civile dei magistrati, le cui carriere dovranno seguire i meriti e non l’età anagrafica, stretta al ricorso alle intercettazioni, con divieto di pubblicazione sugli organi di informazione. Quindi, altro punto sui generis del programma berlusconiano è quello di dichiarare inappellabili le sentenze di assoluzione, promuovendo, infine, un giro di vite sugli incarichi fuori ruolo dei magistrati. Passando ai penitenziari, il Pdl auspica che si potenzi il principio del lavoro all’interno delle carceri italiane, concordando, invece, col Pd in fatto di informatizzazione degli atti processuali e calcando la mano sul principio del “giusto processo”. Infine, si promette di inasprire le pene per i reati contro il patrimonio, tagliando i tempi della giustizia civile e istituendo una sezione del Consiglio di Stato al Nord.
Centro: lo schieramento guidato da Mario Monti ha il proprio manifesto politico nell’Agenda che prende il nome del premier uscente. Senza dubbio, Monti e i suoi continueranno, anche sul fronte della giustizia, sul solco aperto con le misure dell’anno di governo tecnico, anche se il capitolo dedicato a processi e carceri è tra gli ultimi, e tra quelli trattati più frettolosamente, nell’elenco stilato dalla carta programmatica. In particolare, si accenna al ripristino della disciplina sul falso in bilancio, alla riduzione dei termini di prescrizione per prevenire i reati gravi, disciplinando l’ambito delle intercettazioni.
MoVimento 5 Stelle: i grillini, nel loro programma reperibile online, non dedicano una sezione specifica al tema della giustizia, che è presente in ordine sparso tra i punti principali della battaglia aperta dal comico sul suo blog. Così, tra riduzione degli sprechi, trasparenza e amministrazione al servizio del cittadino, spuntano l’insegnamento della Costituzione con obbligatorietà di esame per ogni funzionario pubblico, la cancellazione del lodo Alfano, l’ineleggibilità a cariche pubbliche dei condannati. Quindi, si segnala la proposta di pubblicare le leggi in rete almeno tre mesi prima della loro promulgazione e la contestuale abolizione delle varie Authority.
Fare per fermare il declino: l’outsider Oscar Giannino, nei suoi intenti, propone la distinzione delle carriere tra magistrati e la progressione in base ai meriti, con corrispondente eliminazione del principio di anzianità. Il movimento del giornalista, punta a difendere con ogni mezzo l’indipendenza della magistratura, intendendo sia i pm che i giudici, e introducendo la garanzia di un procedimento “terzo” per valutare l’operato delle toghe. Quindi, viene enunciata come non rinviabile la decongestione del carico pendente in sede di giustizia civile, con disincentivo economico per gli avvocati a prolungare la durata dei processi. Per il penale, freno alla carcerazione preventiva, certezza della pena, potenziamento dell sistema informatico delle notifiche. Sul tributario, Fare propone di accrescere gli strumenti della sospensiva, mentre, sul tema carceri, vengono richiamate le pene alternative come risposta all’affollamento record.
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