La complessità della procedura sta non solo nel procedimento di invio della richiesta che si muoverà esclusivamente lungo i canali telematici dell’Agenzia, piuttosto è la totalità della fase preparatoria alla compilazione del modello che genera criticità. Ad iniziare dal calcolo del costo del personale sostenuto negli anni scorsi che va alleggerito della somma già posta in deduzione per poi giungere allo sconto in più di cui si ha diritto. In pratica sarà come ricalcolare sia la dichiarazione Irap che la dichiarazione dei redditi con una serie, però, di complicazioni aggiuntive concernenti tanto i grandi quanto i piccoli contribuenti.
Ad ogni modo, i recuperi restano davvero esigui e i vantaggi rispetto agli sforzi non sembrano proporzionali, ad esempio una Srl con 25 dipendenti con un costo del lavoro di un milione di euro all’anno (di cui il 75% per retribuzioni e il 25% contributi) alla fine si troverà a recuperare meno di 7 mila euro per ogni periodo d’imposta.
Un imprenditore individuale con un solo dipendente – ad esempio – con un costo di 45 mila euro giungerà a riprendere meno di 500 euro (da moltiplicare per gli anni interessati). Saranno soprattutto questi soggetti a dover sostenere il costo da adempimento cioè la parcella del consulente che fornisce loro la consulenza per la procedura di rimborso.
Restano, invece, una incognita i tempi necessari per riscuotere i rimborsi. La campagna precedente ha permesso di raccogliere il 10% dell’imposta pagata sul costo del lavoro ma i tempi di attesa sono stati anche di 5 anni in certi casi. A ciò vanno aggiunte anche delle perplessità sulla copertura; le risorse dovranno essere garantite dal maxi – fondo per i rimborsi fiscali a disposizione dell’Agenzia, tuttavia paradossalmente questo è l’ostacolo più piccolo in quanto numerose imprese di fronte a tutte questo complessità potrebbero anche rinunciare a partecipare alla nuova corsa a ostacoli e non presentare la domanda.
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