Oltre alla volontà del sindacato di far ammettere alle prove scritte tutti coloro che hanno ottenuto un punteggio tra 30 e 34, scoppia un altro caso che promette di turbare i sonni di quanti hanno superato con pieno merito la prova di preselezione. Il ministro dell’Istruzione Profumo, infatti, sembra che abbia combinato un altro “pasticciaccio brutto”: i partecipanti al concorso ammessi con riserva, che hanno superato le prove preselettive, hanno il pieno diritto di accedere anche agli esami scritti. Soltanto un’eventuale decisione di merito contraria emessa dal giudice amministrativo può estrometterli dalla procedura concorsuale.
Il problema nasce dalle dichiarazioni rilasciate il 20 dicembre dallo stesso ministro che aveva fatto confusione tra ammessi, idonei e ricorrenti; non fosse stata sufficiente questa leggerezza, quando alla domanda su cosa andranno ora incontro i candidati che sono stati ammessi tramite le istanze cautelari, ha letteralmente scordato di dire che il nostro ordinamento prevede che coloro che hanno ricevuto dai giudici l’ammissione con riserva a partecipare alle prove preselettive possono certamente partecipare – chiaramente se ammessi – anche alle verifiche scritte.
“L’unico atto che potrà decretare l’accettazione o meno del ricorso presentato dal nostro sindacato per tutelare il diritto di migliaia di docenti laureati negli ultimi dieci anni a partecipare alla procedura preselettiva – ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ad orizzontescuola – è rappresentato solo dalla decisione di merito che emetterà il giudice amministrativo. Fino a quel momento i ricorrenti non possono essere esclusi. E quindi hanno diritto a prendere parte a tutte le prove in programma”.
Contestualmente, nonostante il coro di critiche e proteste che si è levato fra quanti hanno superato il test, l’Anief conferma le proprie intenzioni, suffragate da solide motivazioni giuridiche, di salvaguardare il diritto di accedere alla prova scritta di quanti abbiano ottenuto un punteggio compreso tra 30 e 34 al test di preselezione. Il punto di cui il sindacato si fa forte continua ad essere la considerazione per cui la “soglia” di accesso introdotta dal Miur (pari a 35 punti su 50 totali) supera, in proporzione, i 6/10 previsti dal Decreto Legislativo 297/94, che è il riferimento normativo cui fanno capo tutte le selezioni dei docenti nella scuola pubblica.
“Siamo di fronte – conclude Marcello Pacifico – ad una evidente alterazione delle indicazioni del legislatore. Tutti coloro che si sentono ingiustamente esclusi possono rivolgersi al nostro sindacato: riceveranno così le istruzioni operative, al fine di ottenere l’ammissione con riserva alle prove scritte la cui calendarizzazione è prevista per il 15 gennaio”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento