Successivamente, il Senato ha interrotto l’esame del decreto aspettando che sia posta la questione di fiducia. Alla fine del dibattito generale il sottosegretario Antonio Malaschini ha chiesto una interruzione per consentire di «decidere su come procedere nell’esame dei lavori».
“Si mette così fine – hanno dichiarato in una nota Mascitelli e Lannutti – ad una grave ingiustizia ed iniquità da parte di Fondazioni bancarie, azioniste delle banche, che si devono “svenare” per pagare i dividendi, per tenere in piedi un apparato di potere e combriccole amicali inclini a coltivare i propri interessi e quelli di casta, anzichè gli interessi generali». «La maggior parte dei soldi, che arrivano dai dividendi delle banche alle fondazioni bancarie – continuano i senatori di Idv – lacrime e sangue dei correntisti bancari spremuti e vessati, servono a finanziare gli apparati di un carrozzone che deve essere ridimensionato. Per questi motivi, esprimiamo viva soddisfazione per l’approvazione del nostro emendamento e ci auguriamo – concludono Lannutti e Mascitelli – che questa chiara volontà trasversale del Senato non venga cancellata dal governo dei banchieri».
E’ stato respinto, invece, dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, l’emendamento dei relatori che inseriva l’obbligo per i comuni di aderire al Consorzio Anci in collaborazione con Equitalia, rimane da considerare se il maxi – emendamento su cui il governo voterà la fiducia in aula riprenderà la norma sulla riscossione.
Altri due emendamenti, approvati dalle commissioni del Senato, al decreto sui costi della politica stabiliscono un anticipo di 50 milioni alle Regioni con dissesti finanziari e più denaro ai comuni in rosso. L’emendamento che aumenta i fondi ai comuni è stato presentato dai senatori Pd della Campania, mentre i loro colleghi corregionali del Pdl hanno presentato l’emendamento sulle Regioni.
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