Se Bersani e Renzi si sono attestati sulle percentuali che si conoscevano già dai sondaggi prima del voto, chi ha fatto registrare una flessione inaspettata è stato il governatore della Puglia, Nichi Vendola, l’uomo della sinistra più radicale infatti sta perdendo circa 2 punti e mezzo rispetto ai consensi che si pensava avrebbe potuto ottenere. Vendola, però, non è lo sconfitto di queste primarie, anzi lui e i suoi sostenitori giocheranno un ruolo fondamentale, se non addirittura decisivo, nella scelta del candidato premier della sinistra.
Quel 15% di voti ascritto al governatore della Puglia è l’ago che sposta gli equilibri della bilancia, non bisogna dare per scontato che quei voti defluiscano nel bacino di Bersani come in molti credono, dichiarazioni ufficiali al momento non ce ne sono ancora state e quindi delle indicazioni di voto all’elettorato non sono pervenute, però bisogna considerare che ci sono parole come “innovazione e sviluppo” nel programma di Renzi che sono molto apprezzate dall’elettorato di Vendola.
Dunque il futuro della sinistra passa per la Puglia che ha fortemente premiato il suo governatore e l’ha spinto alle percentuali su cui si sta attestando, ma più in generale il sud ha votato Vendola e con ogni probabilità sarà proprio l’elettorato del sud che dovrà compiere la scelta più ardua e decidere su quale candidato premier investire.
Bersani è molto forte al sud, ha vinto in Calabria nettamente, è andato bene anche in Basilicata e persino in Puglia dove è poco avanti a Vendola, Renzi ha stentato di più anche se ha vinto in comuni e province strategiche per la politica nazionale.
L’unica certezza è il ballottaggio, l’incognita è Vendola e il suo seguito, la sinistra è vicina ad un giorno storico e decisivo.
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