La CGIA di Mestre stima che, sulla base anche della Relazione illustrativa, il costo per le famiglie italiane sarà di 2,5 miliardi di euro. “Una stangata – commenta il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – che rischia di mettere in ginocchio le famiglie italiane già stressate da una crisi che dura ormai da 4 anni”.
Nel 2014, quando i cittadini saranno sottoposti per tutti i 12 mesi dell’anno all’ aumento di un punto delle aliquote Iva del 10 e del 21%, a fronte di una riduzione del carico fiscale sui redditi pari a 5 miliardi di euro, le famiglie si troveranno di fronte ad un aumento dell’Iva di 6,5 miliardi di euro e un taglio delle agevolazioni fiscali pari a 1 miliardi di euro. Pertanto, nel “dare/avere” con il fisco, lo “sbilancio” sarà di 2,5 miliardi di euro, pari ad un incremento medio annuo per famiglia di circa 100 euro.
“ Se teniamo conto che dall’inizio della crisi i senza lavoro sono aumentati di oltre 1 milione e 200 mila persone, i consumi reali delle famiglie sono scesi del 4,5%, i prezzi e le tariffe sono in costante crescita, con questa ulteriore stangata difficilmente il Paese reale riuscirà a trovare le risorse per rilanciare la domanda interna e quindi l’economia del Paese. Una situazione – prosegue Bortolussi – che rischia di avvitarsi e farci sprofondare in una depressione senza precedenti”.
Se la situazione si farà pesante nel 2014, nel 2013 il combinato disposto delle misure messe in campo dal Governo Monti darà un leggero vantaggio alle famiglie: il saldo sarà negativo e pari a 800 milioni di euro. Questa situazione, ricordano dalla CGIA, si verificherà grazie al fatto che l’aumento dell’ Iva partirà dal 1° luglio 2013.
Secondo la CGIA Mestre le tipologie familiari più penalizzate da questa manovra correttiva saranno “gli incapienti – conclude Bortolussi – che rientrando nella area di esenzione fiscale non godranno dei vantaggi economici legati della riduzione dell’Irpef e, in secondo luogo, i nuclei familiari con redditi superiori ai 50.000/60.000 euro”.
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