Una finestra di 30 giorni che non ha mancato di suscitare polemiche, fraintendimenti e qualche incomprensione, provocando continui interventi e chiarificazioni da parte del Ministero dell’Interno, dell’Inps, dell’Inail e anche dell’Avvocatura dello Stato.
La sanatoria 2012, si è detto, non è, ufficialmente, una vera “sanatoria”: questa, per lo meno, è la posizione del ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, che ha difeso lo spirito del provvedimento, come l’ultima spiaggia prima dell’arrivo di regole molto restrittive su indicazione dell’Unione europea, fresca vincitrice del premio Nobel, anche per la tutela dei diritti umani.
La sanatoria, infatti, recepiva la direttiva comunitaria n.52 del 2009, che invitava i Paesi membri ad adottare sanzioni più pesanti per chi usufruisce di manodopera illegale entro i confini dell’Unione.
E i dati a poche ore dal termine delle domande di regolarizzazione sono chiarissimi: sfondato il tetto delle centomila domande, con assoluta preponderanza dei moduli EM-DOM, cioè di quelle richieste d’emersione avanzate nei confronti di collaboratori domestici o famigliari.
Per circa 85mila le domande presentate agli Sportelli unici per l’immigrazione a favore di colf, badanti e collaboratrici di casa, ne troviamo “solo” 15mila risicate, inerenti lavoratori di tipo subordinato. Un gap che certamente non rispecchia le reali proporzioni dei lavoratori illegali presenti nel nostro Paese.
Una sanatoria per le colf, insomma, più che per le aziende, nonostante il decreto specificasse sin dall’entrata in vigore come i procedimenti, civili e penali, a carico di datori di lavoro che si fossero serviti di lavoro nero extra Ue avrebbero conosciuto un blocco straordinario.
Un condono che, stando alle proporzioni del sommerso in Italia, avrebbe dovuto chiamare adesioni a frotte: addirittura, i sindacati parlavano di mezzo milione di utenti potenzialmente interessati.
E invece, le cifre sono state molto più basse, soprattutto nel comparto più strettamente agricolo-industriale, dove la manodopera clandestina è molto gettonata, ma evidentemente si propende per non stipulare contratti troppo a lungo termine con gli stranieri e continuare a puntare sull’illegale, in barba alle sanzioni presenti e future.
Spesso, infatti, questi vengono assoldati con rapporti stagionali o comunque a termine prefissato: una condizione che disincentivava il ricorso a una sanatoria finalizzata all’assunzione definitiva del clandestino, una volta ottenuto l’ok alla regolarizzazione.
Così, insomma, si può giustificare il risultato al di sotto delle attese sul fronte delle aziende, cosa che invece non è avvenuta nell’orbita delle collaboratrici domestiche, dove, invece, stabilizzare il rapporto con una persona di fiducia è la garanzia migliore di legarla per sempre alle proprie esigenze famigliari. Inoltre, poi, c’è da riconoscere come in questo ambito fosse lecito il ricorso a contratti a tempo determinato.
Sanatoria poco elastica, dunque, che ha finito per privilegiare il target delle colf e delle badanti, nonostante la benedizione “urbi et orbi” di salvezza dal rischio di incriminazione per i mesi passati illegalmente in Italia e per la presa in carico, da parte del datore di lavoro, di un collaboratore sprovvisto di valido permesso di soggiorno.
Di seguito tutta la documentazione emanata dagli enti centrali sulla sanatoria:
Leggi l’aggiornamento della circolare ministeriale n.6121 aggiornata al parere dell’Avvocatura
Leggi il decreto sulla sanatoria 2012 pubblicato in Gazzetta ufficiale
Leggi la circolare ministeriale n. 7809 del 1 settembre 2012
Leggi le Faq del Ministero sulla sanatoria
Leggi la risoluzione che specifica i codici da utilizzare nel modello F24
Leggi la circolare Inps sulla sanatoria
Leggi la circolare Inail sulla sanatoria
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