I problemi di comprensione del bando sono così diffusi perché il nuovo concorso prende le mosse, è stato ufficializzato con un bando vecchio, identico per il concorso precedente, quello di 12 anni prima, quello del ’99. E’ stato semplice per cui cadere in errore o semplicemente confondersi; infatti all’interno del bando si riscontrano indicazioni contradditorie se non del tutto erronee, come ad esempio il supposto limite di età per partecipare al concorso.
Il Miur si è sbagliato, al paragrafo 7 dell’art. 2 del bando viene infatti detto “I candidati devono altresì possedere i requisiti generali di accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni richiesti dal decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n.487”, fra quei requisiti sopraccitati rientra la limitazione della fascia d’età per cui si può partecipare a concorsi pubblici se si rientra in una fascia d’età compresa fra i 18 e i 40 anni.
E’ evidente che non può essere una casistica applicabile neanche lontanamente alle dinamiche d’iscrizione del concorso, dunque l’ennesimo pasticcio del ministero che ha gettato nel panico non pochi docenti che si erano sentiti esclusi per raggiunti limiti di età. Negli ultimi giorni, poi, è sorto un nuovo problema aggiuntivo, per molti candidati, infatti, reperire con esattezza il giorno esatto in cui l’abilitazione o il diploma sono stati conseguiti è praticamente impossibile.
Coloro che accedono al concorso via abilitazione conseguita con i concorsi vinti tra il 1999 e il 2000 non hanno un giorno preciso a cui riferire l’abilitazione, semplicemente per un motivo tecnico, dal momento che nei certificati rilasciati dagli USR non compare il giorno esatto del conseguimento individuale dell’abilitazione, ma quello del decreto in base al quale essa è stata conseguita.
Questo elemento potrebbe avere molto peso per tutti i laureati, se è vero infatti che l’inserimento della data esatta non ha alcun effetto ai fini della presentazione della domanda nel caso di titolo di accesso con abilitazione o diplomi, per questi, infatti, basta inserire la data del decreto di indizione del concorso o corso svolto, per tutti i laureati appunto è invece determinante ai fini dell’iscrizione poiché la data costituisce un vincolo imprescindibile rispetto alle richieste temporali presenti nel bando ufficiale.
Alle preoccupazioni dovute a questo genere di errori burocratici che potrebbero compromettere l’esattezza della compilazione delle domande di iscrizione, si è aggiunta quella dovuto al fatto che vista la pioggia di ricorsi prevista, ci possa essere il rischio di un rinvio o di un rallentamento delle tappe concorsuali. La risposta del Capo dipartimento per l’Istruzione al Ministero della Pubblica Istruzione, Lucrezia Stellacci, in merito non fuga tutti i dubbi, o, di sicuro, non da quelle rassicurazioni che molti avrebbero voluto sentire “Abbiamo fatto il callo, siamo a rischio ma non significa che dobbiamo fermarci, altrimenti l’Amministrazione non assolverebbe alla sua funzione. Andiamo avanti, poi vedremo cosa dirà la magistratura“.
Questo “chi vivrà vedrà” non è molto promettente, penso che 160.000 candidati si meritino una risposta più chiara, ma soprattutto più impegnata e garantista di così.
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