L’idea del Viminale è quella di tenere le Faq della sanatoria 2012 costantemente aggiornate, sulla base di un “work in progress” che verrà rivisto man mano che emergeranno criticità o incertezze, anche sulla base delle segnalazioni degli utenti. La finestra per mettere in regola i lavoratori clandestini si è aperta sabato scorso, 15 settembre e resterà aperta fino al 15 ottobre.
Va premesso che i lavoratori stranieri che potranno essere accolti nella sanatoria 2012, dovranno dimostrare previo certificato medico o altro documento ufficiale di essere in territorio italiano almeno dal 31 dicembre 2011 e deve essere occupato dal datore di lavoro da non meno di 3 mesi.
Le questioni sollevate dal Ministero in seguito all’apertura della sanatoria riguardano alcune domande piuttosto ricorrenti, a cominciare dalla presentazione della domanda di emersione, la cui presentazione scadrà proprio il 15 ottobre alle ore 24. Viene inoltre chiarito che non ci sarà alcun limite massimo di domande accoglibili, per cui non viene messa particolare urgenza ai potenziali interessati.
Inoltre, si specifica come i datori di lavoro che potranno presentare domanda di regolarizzazione nel caso di comunità stabili senza fini di lucro, per un lavoratore domestico il cui reddito non superi i 30mila euro, potranno constare anche in comunità religiose, convivenze militari, case famiglia, comunità di recupero e focolari.
Dalla sanatoria, sono esclusi naturalmente i cittadini comunitari e tutti quei clandestini extra Ue che siano incorsi in provvedimenti di espulsione per ragioni di sicurezza pubblica, terrorismo o ordine pubblico (ma non per motivi di violazione delle norme sull’ingresso ed il soggiorno) o che abbiano subito una condanna penale per reati in cui è previsto arresto.
I rapporti di lavoro che possono essere regolarizzati sono quelli di tipo subordinato, domestico e di assistenza alla persona, dove è possibile regolarizzare anche rapporti part-time non superiori alle 20 ore settimanali.
In seguito alla presentazione della domanda, specifica il Ministero dell’Interno, lo Sportello Unico per l’Immigrazione verifica l’ammissibilità delle domande, previo ok della Questura e della Direzione Territoriale del Lavoro sulle condizioni specifiche di occupazione e sulle eventuali precedenti domande inoltrate dallo stesso datore.
Qualora non sussistano impedimenti, lo Sportello convoca le parti contraenti – lavoratore e datore di lavoro – per la firma sul contratto, affiancata alla presentazione della richiesta del permesso di soggiorno per lavoro subordinato. In conclusione di questa fase, il datore di lavoro è obbligato alla relativa comunicazione di assunzione al Centro per l’Impiego o all’Inps, a seconda se il lavoratore sia subordinato o domestico.
Una volta portata a termine la procedura di regolarizzazione, con il versamento della quota di mille euro accompagnata dall’adeguamento contributivo sui mesi di lavoro del clandestino non corrisposti al fisco, subentra il salvacondotto per la cancellazione di tutti gli eventuali illeciti amministrativi e penali sulle violazioni commesse.
Un colpo di spugna vero e proprio, che il ministro per la Cooperazione Riccardi ha giustificato come “l’ultima possibilità” prima dell’entrata in vigore delle ferree normative dell’Unione europea. La scelta del governo sta comunque già pagando in termini di regolarizzazioni, segno che il fenomeno della manodopera clandestina è ancora molto diffuso nel nostro Paese: in meno di 5 giorni, le domande prevenute erano già oltre quota 12mila.
Ora, con la pubblicazione delle Faq minsteriali, che affrontano ulteriori e particolari nodi burocratici, c’è da credere che molti dubbi verranno sciolti e che, da qui al 15 ottobre, le richieste di emersione dal lavoro nero crescano in misura esponenziale.
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