Sia Renzi che Alemanno hanno espresso la necessità di fare riforme condivise, hanno riconosciuto i meriti del Governo tecnico di Monti, ma hanno anche riconosciuto che certe problematiche vanno discusse con una programmaticità maggiore e un dibattito politico di più ampio respiro, consapevoli però che se c’è un momento per ricostruire, per ripartire a livello nazionale e internazionale è proprio questo. Il sindaco di Roma ha ribadito come la sicurezza sia uno dei temi principali che devono essere affrontati dalla politica ed ha palesato la sua volontà di riarmare la polizia municipale romana che non è in grado di difendersi, sono di questi giorni infatti notizie di aggressioni a pubblici ufficiali che si sono trovati letteralmente circondati mentre svolgevano il loro ruolo.
Per quanto concerne i provvedimenti della spending review è arrivata una frecciata bipartisan sull‘Imu; ha infatti detto Alemanno che “dovrebbe chiamarsi Isu” perché i proventi dell’aliquota non sono destinati ai municipi come recita la m dell’acronimo, ma sono destinati alle casse dello stato, non solo ma “l’imu è una patrimoniale estesa solo alla casa” per questo spesso ha parametri ingiusti, come se l’unico modo per misurare la ricchezza fosse la stima dei beni immobiliari.
Alemanno è arrivato a proporre l’introduzione della patrimoniale, l’unica tassa che garantirebbe maggior equità perché andrebbe a tassare i reali beni di lusso e riporterebbe le aliquote Imu a livelli più ragionevoli. Perfettamente d’accordo con il collega il sindaco di Firenze Renzi che ha esordito “volevo salutare il compagno Alemanno”; comincia a sentirsi il clima della campagna elettorale ormai sempre più imminente.
L’intervento dell’esponente del Pd è stato più rivolto a considerazioni generali sul Paese; grande importanza ha avuto il tema della trasparenza, secondo il sindaco di Firenze i conti dello stato “dovrebbero essere trasparenti e consultabili da tutti” perché spesso la politica non è chiara su questo, non consentendo al cittadino di capire come stiano le cose. Dopo aver elogiato il Governo Monti ha però detto come la ripresa del paese non possa passare per una pressione fiscale così alta come in questo momento, che non è così che si combatte l’evasione fiscale, perché la chiave di tutto non sono gli scontrini ma i controlli incrociati derivanti da i database statali (anagrafe, motorizzazione, catasto, etc.).
La spending review, dunque, anche per il “giovane” Renzi è un male necessario, così come è necessario raggiungere quel pareggio di bilancio imposto dall’unione europea, la risposta però non va cercata nella creazione di infrastrutture, nonostante si professi un Keynesiano convinto, il sindaco fiorentino propone modi diversi di generare ricchezza, incentivi statali che spingano la classe media a riappropriarsi di una identità persa negli ultimi anni.
Aumentare il potere d’acquisto dei salari medi che non arrivano oltre i 1.300 euro è uno dei punti di forza del suo programma politico, perché “è inutile fare le infrastrutture – dice Renzi – se da noi costano il triplo che nel resto d’Europa”. Spending Review a tutti i costi quindi, non ci salverà nemmeno il fresco sorriso di Renzi da questa manovra, però sicuramente il futuro candidato alle primarie del Pd ha delle idee innovative da cui ripartire.
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