In primo luogo, conferma la Severino, arriverà il disegno di legge sulle misure alternative al carcere, già anticipate dal ministro nel suo recente tour alle case circondariali. Tra gli obiettivi del testo, figureranno “messa alla prova e reclusione domiciliare, e tengo – ha spiegato – a che la legge Smuraglia sul lavoro carcerario sia rifinanziata. Ma ho anche fatto presente in Cdm che i familiari delle vittime devono essere interpellati, nel caso in cui un detenuto ammesso al lavoro esterno vada a svolgere la sua attività nei pressi dei luoghi dei delitti”.
Altro punto sul quale il Guardasigilli ha confermato attenzione, è quello dell’iter per il nuovo piano di edilizia carceraria, che, ottimizzato secondo gli aggiustamenti del governo Monti, porterà alla “realizzazione di 11573 nuovi posti detentivi con 446,8 milioni di euro rispetto ai 9150 posti iniziali per 675 milioni. Ci saranno dunque più posti, con un risparmio di 228 milioni”. L’inquilina di via Arenula ha poi confermato come, in tutto il 2012, i nuovi posti saranno circa 5mila.
Ultimo punto toccato dal ministro è quello delle situazioni umane degradanti condivise da molti detenuti, alle prese con problemi depressivi o di tossicodipendenza che spesso sfociano in suicidi, da sempre piaga congenita al sistema carcerario. Le statistiche dicono che i decessi in carcere sono stati oltre 100 nell’anno in corso, con i suicidi a quota 38. “Stiamo provvedendo ad avvicinare i detenuti alle famiglie – ha promesso il ministro – sostegno essenziale. Esistono iniziative valide come il pic-nic della domenica o i giardini degli incontri”.
Tra i giuristi, però, regna lo scetticismo sul “piano carceri” che il governo ha in mente di sottoporre al Parlamento appena questo tornerà operativo a pieno regime. Proprio su Leggioggi.it, l’articolo recentemente firmato da Angela Bruno ha dato vita a un mini convegno “virtuale”, dove professori e professionisti si sono interrogati sullo stato di salute del sistema carcerario italiano. Nel suo post, l’avvocato cita un rapporto dell’Associazione Antigone che chiede come “è un uomo chi è costretto a vivere in una cella per 20 ore al giorno, senza acqua calda, senza riscaldamento, senza luce? E’ un uomo chi, a due giorni dalla scarcerazione, decide di togliersi la vita perché nessuno gli parla di futuro?”.
Interrogativi pregnanti che hanno generato un dibattito acceso, a testimonianza di quanto l’argomento delle carceri e dell’esercizio della pena sia sentito tra gli addetti ai lavori. Primo tra tutti, il professore Domenico Corradini H. Broussard ha notato, in diversi interventi, l’eccessiva leggerezza in fatto di emanazione di ordini di custodia, con la conseguenza che, spesso un po’ troppo frettolosamente “quelle persone sbattute in carcere, non vi sono custodite né con diligenza né con perizia”. In riferimento all’alto tasso di suicidi, il professore nota che “se la Severino non è in grado di risolvere l’«emergenza carceraria», e finora non è stata in grado come testimoniano i recenti suicidi a catena di carcerati e guardie carcerarie, è bene che faccia «un passo indietro».”.
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