Questo organismo, infatti, è sulla scena politica italiana dal 2003 e all’alba dei suoi primi 10 anni ribadisce per voce dei suoi componenti la sua essenza eminentemente politica e non partitica, non è un gruppo che raccoglie esponenti di partiti diversi ma uomini e, soprattutto, le loro idee e passioni. E’ questo, secondo Letta e Lupi, il nucleo semantico ed etico da cui ripartire dopo le elezioni, l’auspicio che ci possa essere una campagna elettorale congrua, che non sfoci nel solito campanilismo becero e un po’ troppo italico ma che si contraddistingua per rispetto, propositività e ideali concreti da proporre alla comunità votante.
Dunque è opinione diffusa che la politica per ritrovare forza debba riconquistare la fiducia della gente e lo debba fare per mezzo degli ideali e il desiderio di costruire qualcosa di migliore, lo dice Lupi che sostiene che sia “la persona a tornare protagonista” e lo conferma un ispirato Letta che cita Don Giussani prima “non aspettatevi un miracolo, aspettatevi un cammino” (in relazione ad Europa e legge elettorale) e Pascoli poi “piccolo il mio grande il nostro“.
Non si è parlato, tuttavia, solo del rinnovato amore per la politica ma, al meeting 2012, si è dibattutto anche dei temi caldi come legge elettorale ed Europa federale, ed è stato quasi sorprendente sentire da esponenti di Pd e Pdl la stessa cosa, meglio le preferenze. Dunque sia Letta che Lupi sono favorevoli alle preferenze perché, nonostante alcuni rischi che possono correre certe circoscrizioni, è la via per far si che il Parlamento divenga un organismo nominale di eletti direttamente dal popolo. Sono certi, i due deputati, che questo sia il metodo giusto per riavvicinare le persone alla politica e che, vista l’urgenza della necessarietà della legge elettorale, è un’occasione da cogliere per abolire il Porcellum.
Il Porcellum, secondo Letta, verrà appoggiato nelle prossime settimane solamente da chi vorrà una situazione di immobilismo che possa garantire la non nominabilità delle liste e protrarre così quel circolo vizio di benefit ed interessi personalistici. Quindi è stato ribadito, ancora una volta, dai portavoce dei Pd e del Pdl la necessità incombente di redigere una legge elettorale e vuoi per la location, vuoi perché dopo le ferie si è più distesi, l’impressione che si ha avuto è che effettivamente una soluzione sembra possibile.
Un comune plauso è poi stato rivolto a Mario Monti e alla sua capacità di governare il Paese ma soprattutto di restituire al Paese una credibilità ed una dignità internazionali. Il Premier è ritenuto l’artefice del rilancio dell’immagine internazionale italiana ma soprattutto dell’ambizioso progetto di una Europa Federale, unica alternativa credibile di leadership al sistema germanocentrico. Monti ha capito, secondo i membri dell’intergruppo parlamentare, che la Germania da sola non ha chances di sopravvivere nei mercati globali dominati da Cina, Brasile e India ed ha bisogno di un’Europa unita alle sue spalle, ha bisogno di fare parte di una comunità che non sia però solo economica e politica, ma che sia qualcosa di più; sia una unità culturale fatta di un sentire comune dove i popoli riconoscano un fine più alto del semplice e freddo metallo dell’euro.
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