A questa contrazione dell’economia del nostro Paese ha contribuito anche il forte calo della produzione industriale comunicato dall’Istat in una seconda indagine. A giugno 2012, questo indice (destagionalizzato) fa registrare variazioni tendenziali negative in tutti i comparti, dai beni di consumo all’energia, a parte quello dell’attività estrattiva: il calo della produzione industriale è dell’1,4% rispetto a maggio 2012 e dell’8,2% su base annua. Malissimo, in particolar modo, fa il mercato dell’automobile: un vero e proprio crollo della produzione pari al 22,5% rispetto a giugno 2011.
Secondo l’Istat, il calo del Prodotto Interno Lordo “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi”. Il secondo trimestre 2012 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2011, ma questi dati non giustificano da soli una simile contrazione dell’economia.
Il dato italiano va inserito nel contesto più generale dell’Eurozona, dove – secondo le stime del Fondo monetario internazionale – nel 2012 il Pil dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) far segnare una diminuzione media dello 0,3%, con un lieve ripresa nel 2013 (+ 0,7%).
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