Patroni Griffi ha anche rivolto un appello ai sindacati a cogliere l’opportunità di essere co-protagonisti del processo di riforma in corso nella Pubblica Amministrazione e a non subirlo passivamente. Si tratta, ha spiegato il Ministro, di “un cammino innovativo e centrale per il settore pubblico. Già nella riallocazione delle risorse costringeremo le amministrazioni a ripensare le loro politiche di spesa per evitare duplicazioni”.
Parlando poi delle dimensioni del settore del pubblico impiego in Italia, Patroni Griffi ha spiegato di non ritenerlo “sovradimensionato rispetto alla media europea, ma in un momento di crisi bisogna tagliare dove non sia indispensabile, ridurre gli sprechi, ridimensionare l’apparato e razionalizzarlo senza che ciò si traduca in servizi peggiori al cittadino. Questo del 10% e del 20% [tale la riduzione prevista, rispettivamente, per i dipendenti e per i ruoli dirigenziali nella P.A.] è un obiettivo finale, calibreremo il personale in funzione delle missioni delle singole amministrazioni”. Confermata la fermezza contro i “fannulloni” di brunettiana memoria, ma la c.d. “Legge Brunetta” era, secondo il Ministro, un “sistema troppo rigido” il cui merito “fu porre al centro del recupero della produttività la valutazione dei dipendenti”.
Passando infine a parlare della Spending Review, Patroni Griffi ha confermato l’approdo del dimezzamento delle Province, dove anche in questo caso si tratterà di “un riordino per evitare una duplicazione di compiti tra Comuni e Regioni”. Al momento, infatti, ha concluso il Ministro, ci sarebbero ancora “troppi piccoli centri di potere che impediscono la realizzazione di un sistema riformatore di grande portata. I territori sapranno cogliere la sfida per ammodernare il sistema di governo”.
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