In particolare, il nuovo Decreto-legge varato per contrastare l’aumento del costo della vita ha disposto che la rivalutazione delle pensioni prevista per il 2023 venga anticipata al 1° ottobre 2022.
Questo si traduce in un aumento nel cedolino della pensione di ottobre di 2 punti percentuali. La rivalutazione dell’importo delle pensioni per adeguarle all’inflazione è definito perequazione e viene applicata il 1° gennaio di ogni anno.
Per il 2022, la percentuale di variazione applicata per il calcolo della perequazione delle pensioni è pari all’1,7%. Tuttavia, questo tasso era provvisorio, poiché il tasso definitivo è stato successivamente definito nella misura dell’1,9%. Questa differenza dello 0,2% doveva essere applicata come conguaglio a partire da gennaio 2023, ma il Decreto aiuti bis ha anticipato anch’essa al 1° ottobre. In totale, quindi, la rivalutazione delle pensioni a ottobre sarà del 2,2%.
Vediamo nei prossimi paragrafi cosa prevede il Decreto Aiuti bis e come funziona la perequazione delle pensioni.
Decreto Aiuti Bis in Gazzetta: aumento pensioni, taglio cuneo, sconto carburanti
Aumento pensioni da ottobre nel Decreto Aiuti bis
Si legge all’articolo 21 del Decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (Decreto Aiuti bis) che:
“Al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022 e sostenere il potere
di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale:
- il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, di cui all’articolo 24, comma
5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, per l’anno 2021 è anticipato al 1° novembre 2022; - nelle more dell’applicazione della percentuale di variazione per il calcolo della
perequazione delle pensioni per l’anno 2022 con decorrenza 1° gennaio 2023, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, ivi inclusa la tredicesima mensilità spettante, è riconosciuto in via transitoria un incremento, limitatamente alle predette mensilità e rispetto al trattamento mensile determinato sulla base della normativa vigente prima dell’entrata in vigore del presente decreto, di due punti percentuali, calcolato con le stesse modalità di cui all’articolo 1, comma 478, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.“
Sono quindi due le misure che porteranno all’aumento dell’importo delle pensioni a partire da ottobre:
- anticipo del conguaglio della perequazione 2021 pari allo 0,2%;
- anticipo della perequazione 2022 pari al 2%.
La percentuale della rivalutazione delle pensioni a ottobre sarà quindi del 2%, per passare al 2,2% dalla pensione di novembre.
Nell’articolo si legge inoltre che l’incremento “non rileva, per l’anno 2022, ai fini del superamento dei limiti reddituali previsti nel medesimo anno per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito.“
Aumento pensioni: cos’è la perequazione
La perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Questa misura ha lo scopo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione.
In base a quanto stabilito dal comma 5 dell’articolo 24 della Legge 28 febbraio 1986, n. 41, entro il 20 novembre di ogni anno viene determinato, con decreto del Ministro del tesoro e del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni.
L’applicazione della perequazione avviene al primo gennaio di ogni anno, e l’adeguamento si basa sugli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat.
Aumento pensioni da ottobre: per quali trattamenti
La rivalutazione delle pensioni si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive.
Si applica inoltre alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
Pensione in due tempi dal 2023: requisiti e come funzionerebbe
Aumento pensioni da ottobre: gli importi per fasce di reddito
L’aumento non si applica allo stesso modo per tutte le pensioni, ma dipenderà dalle fasce di reddito. In particolare, viene applicata la rivalutazione al:
- 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (corrispondente a 523,83 euro);
- 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Inoltre, in base a quanto stabilito dal Decreto Aiuti bis, l’aumento del 2% sarà riconosciuto “qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro“. Superata questa cifra, la rivalutazione non si applicherà nemmeno con la riduzione al 75%.
Aumento pensioni da ottobre: esempi pratici
Come si traduce in pratica questa rivalutazione?
Per fare un primo esempio pratico, una pensione di 1.000 euro al mese vedrà un aumento di 20 euro al mese. Una pensione di 2.000 euro al mese, allo stesso modo, vedrà un aumento di 40 euro al mese.
Per pensioni che vanno da 2.095,32 a 2.619,15 euro, l’importo della rivalutazione è ridotto al 90%. Quindi, una pensione di 2.500 euro al mese vedrà un aumento di 50 euro al mese, mentre una pensione di 2.692 euro vedrà la rivalutazione del 2% ridotto del 75%, per cui in questo caso l’aumento sarà di 52 euro al mese.
Da novembre, a questa rivalutazione si aggiungerà quella dello 0,2% a titolo di conguaglio per il 2021.
L’aumento si applica “al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, ivi inclusa la tredicesima mensilità spettante”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento