Di certo, c’è che la battaglia del secolo per il controllo del mercato degli smartphone Apple la giochi in casa: il processo, infatti, si terrà nell’aula di giustizia di San Josè, a brevissima distanza dal quartier generale della “mela morsicata”. Il gigante coreano, però, non ha intenzione di darsi per vinto e promette di lottare fino all’ultimo per evitare l’indennizzo record chiesto dalla compagnia fondata da Steve Jobs: 2,3 miliardi di dollari.
L’accusa, è noto, addita Samsung di aver copiato i brevetti di Iphone e Ipad, due prodotti che hanno rivoluzionato i rispettivi mercati di riferimento: l’uno quello degli smartphone, l’altro quello dei tablet, che di fatto è sorto dopo il suo arrivo. Tra i corridoi dei rispettivi uffici, però, filtrano voci che, questa volta, il Sol Levante astia facendo davvero tremare il colosso statunitense, a tutt’oggi la compagnia quotata più redditizia del mondo. La penetrazione del neonato Galaxy 3, infatti, nonstante i prezzi elevati, pare abbia già minacciato di togliere al capostipite della nuova era dei telefoni portatili, l’Iphone, lo scettro di prodotto numero 1 nel mercato americano.
Uno smacco senza dubbio insopportabile per la Apple, che si vederebbe rubare la palma di leader proprio dentro le mura domestiche. Ecco, dunque, secondo i bene informati, come la casa californiana abbia dato seguito legale alle tante lamentele espresse negli ultimi anni sul “look and feel” dei macchinari Samsung, un po’ troppo simili a quelli usciti dai laboratori Apple. In sostanza, l’azienda americana sostiene che la diretta concorrente abbia plagiato, sia per tratti estetici, sia per caratteristiche meccaniche e di funzionamento, il telefono che ha dettato legge nel mercato mondiale negli ultimi anni.
Apple dovrebbe giovarsi non solo del terreno “amico” ma anche dell’arbitro,il giudice Koh che già ha bandito il tablet Galaxy 10.1 da tutti gli scaffali americani e dunque potrebbe concedere il bis, con un pronunciamento a favore dell’azienda di casa. Eppure, la libera vendita del Galaxy S3 negli States non fa dormire sonni tranquilli agli eredi di Steve Jobs, che cercano, con il processo partito oggi, di infliggere una ferita prfonda anche a un altro big nel campo tecnologico, questa volta, però, “vicino di pianerottolo” di Apple: si tratta nientemeno che di Google, la quale con il lancio e la grande adattabilità del sistema operativo Android (presente come noto anche sui dispositivi Samsung), ha fatto proseliti nel campo della telefonia e dei servizi a essa correlati.
Per la verità, della rottura tra la mela e il motore di ricerca più famoso del mondo, si era già avuto conferma qualche tempo fa, quando la casa di Cupertino aveva annunciato di togliere l’accesso a Google Maps da iOS, sistema operativo di tutti i suoi gioiellini e, dunque, diretto contendente di Android.
Insomma, Apple contro tutti: la mela d’America con un colpo solo cerca di indebolire i due rivali più quotati ed erigersi a pilastro unico dell’innovazione tecnologica mondiale. Una missione che, vista la diffusione di certi apparecchi e l’espansione raggiunta a livello planetario dai servizi e prodotti “nemici”, potrebbe essere troppo complicata, anche per un gigante che non sente la crisi, macinando dollari a un passo che nessuno riesce a reggere.
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