Tempi naturali o Parlamento “ostaggio” dei decreti? Mentre le polemiche sulla
spending review non accennano a diminuire, il governo di
Mario Monti è già pronto a voltare pagina: lo impongono i ritmi dei provvedimenti attivati, ma
prossimi alla scadenza, poiché tuttora
in attesa di conversione. Al momento, infatti, sono
dodici i decreti in vigore, che attendono
placet definitivo da parte delle Camere per fare finalmente “giurisprudenza”, incluso, naturalmente, quello appena approvato di revisione della spesa pubblica. Ed è proprio il decreto
spending review a fungere da metronomo in questa concitata fase parlamentare: l’esecutivo intende, infatti, portarsi a casa la legge entro la prima settimana di agosto, quando i parlamentari andranno ufficialmente in vacanza. Venti giorni di tempo utile, dunque, per rendere effettive le revisioni di spesa e dare il via al nuovo riassetto delle finanze pubbliche. Tutto facile, se non fosse che, nel frattempo, dei dodici decreti già in esame tra aule e Commissioni, ben sette sono quelli a scadenza prefissata prima della pausa estiva. Di questi, alcuni di valenza centrale nei propri settori vedono ormai il traguardo: è il caso della
Riforma della Protezione civile contenuta nel decreto 59/2012, che ha la sua deadline fissata già al termine di questa settimana. Attualmente, il riordino dell’ente guidato da
Franco Gabrielli è stato licenziato dalla Camera e si appresta a tornare in aula al Senato, dopo che le commissioni riunite Affari costituzionali e Territorio di palazzo Madama ne hanno completato l’esame. Altra scadenza imminente, è quella sulla
salute e la
sicurezza nei luoghi di lavoro nel
settore dei trasporti e delle micro imprese. Il testo, che va sotto la targa di decreto n.52/2012, non è lontano dal capolinea, dopo l’ok ricevuto alla Camera e l’uscita dalla Commissione Lavoro al Senato. Agli sgoccioli anche un altro, e contestato, decreto, il n.63/2012: il
riordino dei contributi all’editoria che ha già messo sull’attenti molti operatori del settore. Stavolta, è il Senato ad aver fornito l’
assist alla Camera, dove il provvedimento è attualmente fermo, aspettando di essere convertito entro il 30 luglio. Da non dimenticare, poi, il decreto 74, che prevede misure urgenti per le popolazioni colpite da terremoto in Emilia-Romagna, in vigore fino al 6 agosto: anch’esso, dunque, andrà condotto in porto prima che il Parlamento osservi le ferie estive. Tra calamità, spending review, riassetti istituzionali e finanziari, il Parlamento è, dunque, chiamato a un luglio davvero di fuoco:
le vacanze possono attendere.
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