Prima di tutto, la riforma delle piante organiche. Un dirigente su cinque è destinato all’uscita, un impiegato su dieci farà la stessa fine: l’obiettivo è portare i dipendenti sotto i 3 milioni, poggiando sulla leva del prepensionamento. Per i dipendenti pubblici in esubero, cioè quelli a meno di due anni dal ritiro, l’unica via sarà infatti quella della mobilità, con l’80% dello stipendio garantito fino al raggiungimento della data d’uscita ufficiale. Nel computo, sono inclusi anche quei lavoratori che, prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero e dell’innalzamento dell’età pensionabile, avevano già maturato i requisiti, ossia lo stop garantito entro il 31 dicembre 2014.
Per chi manterrà il posto, invece, diverrà obbligatoria l’adozione della “valutazione organizzativa e individuale dei dipendenti pubblici”: in sostanza, la pagella del pubblico funzionario. Una misura già adottata da alcuni enti, che si propone di uniformare i pubblici esercizi verso una dimensione più “a misura di cittadino”. Ma non è tutto: la stretta sugli uffici amministrativi sarà anche fisica. Già, perché gli spazi tra una scrivania e l’altra verranno ridotti tra i 12 e i 20 metri quadrati a persona nei palazzi di nuova costruzione e tra i 20 e i 25 negli altri. Anche gli archivi saranno più snelli.
Non passa indenne le tenaglie della spending review anche la pausa pranzo degli impiegati: i buoni pasto, infatti, non potranno in alcun modo sorpassare il tetto di sette euro. E c’è dell’altro: in merito a ferie e riposi, la fruizione sarà più obbligatoria e in nessun modo daranno diritto “alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.
Capitolo a parte, poi, quelle voci da sempre in vetta alle considerazioni di spreco degli italiani nella spesa pubblica. Ferme al palo metà delle auto blu: le risorse destinate per l’anno in corso, infatti, non potranno superare il 50% di quelle del 2011. Frenate, infine, le consulenze: i saggi della pubblica amministrazione che, nell’ultimo anno prima della pensione, si siano occupati di temi oggi richiedenti consulenza esterna, non potranno in alcun modo accedere all’incarico.
Nel complesso, Ministeri e enti decentrati dovranno rivedere i tetti di spesa per 1,5 miliardi nel 2012, che diventeranno il doppio nel prossimo anno.
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