Anche le rimozioni forzate dei veicoli mantengono la tendenza: margini, ovviamente, più modesti, per la conferma, in vetta, della solita Liguria, che porta in cassa 12,1 euro ogni mille abitanti, superando largamente, ancora una volta, la media nazionale di 5,7. I “poveri” automobilisti liguri, dal canto loro, possono solo sperare che dall’agenda del Parlamento non scompaia il regolamento attuativo che permetterà agli enti locali di redigere la “lista della spesa” coi proventi da contravvenzioni. Già, perché in seguito all’approvazione del decreto sulle semplificazioni fiscali, poi commutato nella legge 44/2012, gli enti locali sono stati messi alle strette: a cadenza annuale, Province e Comuni, che si ripartiscono i ricavi delle multe rilasciate dalla Polizia municipale, dovranno spiegare la destinazione finale di ogni centesimo figlio delle infrazioni stradali. Per chi non adempie, la pena si annuncia altrettanto salata: decurtazione, per i 12 mesi successivi, del 90 percento delle entrate da contravvenzioni. Un’invocazione alla trasparenza, dunque, che può far digerire il boccone amaro delle multe quando l’automobilista si ricorda di essere, prima di tutto, cittadino. Sapere, infatti, che il versamento del nostro divieto di sosta ha contribuito alla sistemazione di un manto stradale in un’area dissestata, può certamente rendere più simpatici i vigili e, soprattutto, più eque le contravvenzioni. Manca ancora l’ultimo step: il regolamento attuativo che consentirà alla norma di entrare formalmente in vigore, atteso entro fine luglio. Un documento che gli automobilisti Italiani, ma i liguri, c’è da giurarci, più di tutti, attendono con ansia.
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