Trentatre come l’aumento medio, per famiglia, dei costi di luce e gas, aumentati in maniera diversa ma comunque aumentati (mentre lo spread cala e gli italiani per qualche ora si distrarranno sotto l’euforia da Germania ‘matata’). Dal 1 luglio, come stabilito dall’Autorità per l’energia, +0.2% in più per l’energia elettrica e un bel 2.6% del gas, freccia su che ovviamente pesa molto di più considerati i lunghi e freddi inverni degli ultimi 7/8 anni.
C’era stato anche chi, come Nomisma, aveva indicato una settimana fa rincari diversi e più proporzionati (2% per il gas e 1-1.5% per la luce): se ‘mamma energia’ ci continuerà a costare pressoché come prima sarà per merito del favorevole trend del prezzo sulla borsa elettrica (PUN) nel 2012, per effetto della diminuzione delle quotazioni del petrolio. Infatti, dopo i massimi di oltre i 125 dollari al barile registrati in marzo, il greggio ha registrato un progressivo calo, attestandosi su valori inferiori ai 100 dollari. Il quadro ribassista dei prezzi degli idrocarburi, accompagnato da una riduzione della domanda elettrica, è confermato nelle aspettative per il secondo semestre dell’anno: il che, in parole povere, giustificherebbe una diminuzione progressiva di benzina e gasolio che attualmente stanno calando ma non quanto – ed è un classico – ‘forte’ va giù il greggio. In particolare, i prezzi del GPL subiranno un calo del 5,1% per il mese di luglio, con una riduzione per l’utente tipo (286 mc/anno) della spesa annua pari a 62 euro.
Ma il gas? Perché il ‘gas da casa’ si ritocca così? Qui i prezzi di riferimento vengono aggiornati sulla base di indicatori legati alle quotazioni medie sui mercati internazionali di petrolio, olio combustibile e gasolio nei nove mesi precedenti, fatto salvo l’ultimo mese, al fine di attenuare e diluire nel tempo l’incidenza dei periodi di picco dei prezzi degli idrocarburi. Per questo motivo, i recenti cali del greggio non si riverberano ancora in modo significativo sui prezzi: il 2,4% dell’incremento complessivo del 2,6%, si riferisce all’aumento dei costi della materia prima. Vallo a spiegare agli italiani, rappresentati dal furente Codacons. Sono “aumenti insostenibili per le famiglie italiane – sostiene l’associazione di consumatori – come dimostrato dal fatto che nel 2011 il consumo interno lordo di energia è sceso a livello del 1999 e negli ultimi due anni, 2010 e 2011, il 10% delle famiglie era in condizioni di morosità nel pagamento dei servizi elettrici e del gas“. Qui la deduzione è più logica, ma forse siamo noi che ‘non ci arriviamo’.
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