Mentre al Classico sfogliano il vocabolario (rigorosamente vietati tutti i tipi di dispositivi elettronici esistenti al mondo) nel tentativo di venire a capo di un autore che da 34 anni non appariva su una prova d’esame, allo Scientifico c’è ovviamente matematica mentre all’Itis la prova di meccanica, entrambe pubblicate alle 8.51 su Studentville, giusto per rivendicare il ‘potere’ di Internet.
Un potere che, comunque, pare non aver scalfito il tutto sommato ottimo esperimento del plico telematico, che secondo fonti del Ministero dell’Istruzione ha consentito un risparmio di 240 mila euro. La prima voce è rappresentata dalla vecchia e cara (e oggi pensionata) imbustatrice che, fino a ieri, appunto imbustava e sigillava le prove di esame per non permettere contraffazioni. Acquistato nel 1992 era costato 628 milioni di vecchie lire, circa 325mila euro. Poi, bisogna aggiungerci i costi del personale addetto alla macchina (6 persone esterne con contratto di 30 giorni a 3 mila euro lordi l’uno…), per un totale di 18 mila euro a cui vanno aggiunti i costi del personale del Miur, che dagli uffici periferici si spostava nel ‘mezzo’ per ritirare le buste e consegnarle nelle sedi d’esame.
Ma non è finita qua: considerando anche il risparmio di tutti i viaggi che le Forze dell’Ordine effettuavano, prima, nei piccoli centri, e che col plico telematico si sono utilizzate la metà delle vetture, c’è un risparmio netto di 20 mila euro più ovviamente le ‘ore uomo’, circa 4.000 persone in meno che si muovono per altri 130 mila euro di differenza. Ecco, questo è un buon esempio di spending review…
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